Serramenti cinesi per caserma dei Carabinieri in Lombardia

Succede a Oggiono, comune tra Milano e Lecco. La partita di serramenti cinesi comandati per la caserma della cittadina lecchese è ora bloccata “in quarantena” nella "zona rossa" di Napoli.

Serramenti cinesi bloccati “in quarantena” nella zona rossa di Napoli. E’ questa l’ultima disavventura della storia decennale della nuova caserma dei Carabinieri di Oggiono, comune brianzolo di 10 mila anime collocato tra Milano e Lecco. E’ una storia infinita con l’ultimo capitolo, quello dei serramenti cinesi, che è apparso sul giornale La Provincia di Lecco di oggi, a pag. 30. L’odissea, racconta la giornalista Patrizia Zucchi, è iniziata poco dopo la posa della prima pietra. Era la primavera del 2010. L’appalto era stato vinto dall’impresa Donati Spa di Roma, una società di progettazioni, costruzioni e partecipazioni che attua progetti in Italia e all’estero, ampiamente certificata e dotata anche di NOS, nulla osta sicurezza, necessario per operare nelle strutture militari, come in questo caso. Raggiunto il tetto nel settembre 2010, sono cominciati i guai. La Donati abbandona i lavori “lamentando «ritardi inaccettabili nei pagamenti» da parte del Ministero. Le contestazioni sfociarono in un contenzioso e, dopo quasi un anno di dispute, nella rescissione del contratto”.

Si rende necessario un nuovo appalto che viene affidato all’azienda “Crea.Mi Srl” di Milano dotata di codice Ateco43.21.01 Installazione di impianti elettrici in edifici o in altre opere di costruzione (inclusa manutenzione e riparazione).
Innumerevoli difficoltà costellano il cantiere ma oramai siamo alla fine, segnala con soddisfazione il sindaco Chiara Narciso. Mancano solo i serramenti più alcune opere minori (eh, si sa già come va a finire in edilizia con le opere di minor conto, soprattutto quando non si è nati purtroppo sotto una buona stella). E, papale papale, la sindaco Narciso dichiara alla giornalista: “La consegna dei serramenti è prevista entro la fine del mese provengono dalla Cina, dove erano stati ordinati alla ditta che ha ottenuto l’ordinativo dal Ministero. Avevano già subìto ritardi nella consegna, dovuti al Covid ma, adesso, si trovano fermi nella zona rossa di Napoli. Comunque, anche questo ostacolo dovrebbe essere superato a breve”.

Ovviamente ci auguriamo che i Carabinieri di Oggiono presto inaugurino una nuova bella sede. Certamente non possiamo fare a meno di considerare che chi ha vinto l’appalto poteva trovare in Lombardia, e sicuramente in Italia dei prodotti prestazionali e belli, marcati CE, garantiti e soprattutto in grado di essere assistiti e manutenuti nel tempo come essi meritano. Ne siamo certi. Naturalmente non vogliamo e né possiamo assolutamente dire nulla a proposito della partita in arrivo. Ci auguriamo che chi ha ordinato i serramenti cinesi abbia potuto rendersi conto di persona delle condizioni di produzione degli stessi.

Appare evidente però che manca il kilometro zero che molti si augurano negli appalti della Pubblica Amministrazione. Vista l’importanza dell’opera per la comunità locale speriamo, e non abbiamo dubbi in merito, che il bando d’appalto per la parte serramenti sia stato steso in accordo con le normative europee, che abbia previsto delle prove in opera sugli infissi (vista la delicatezza del progetto), che abbia tenuto conto delle problematiche di manutenzione nel tempo, della documentazione di accompagnamento che deve essere in lingua italiana (non sempre accade con le forniture dall’estero), che le istruzioni di posa siano in accordo con le norme italiane, che la fornitura rispetti i CAM-Criteri Ambientali Minimi, ex DM obbligatorio per gli appalti della Pubblica Amministrazione. Ci auguriamo che tutte queste indicazioni sono state rispettate sia da chi ha scritto il testo dell’appalto che da chi ha ordinato i serramenti di conseguenza.

In un mondo dal crescente libero scambio, è lecito attendersi la reciprocità negli scambi.  E’ lecito anche domandarsi se l’appalto dei serramenti per una caserma della polizia o dell’esercito cinese possa essere vinto da un’azienda italiana. Ce lo auguriamo. Ci crederemo quando lo vedremo. Per quello che sappiamo di questa infinita storia, appare evidente che chi ha ordinato i serramenti cinesi, a nostro avviso, non ha avuto la sensibilità di cogliere che una caserma dei Carabinieri non è un’opera come un’altra, non fosse altro perché è un’opera militare. E siamo certi che in Italia, cercandole, si sarebbero potute rinvenire delle forniture competitive sotto tanti aspetti, sempre che il testo del capitolato sia stato steso in maniera avveduta.

a cura di Ennio Braicovich