Inchiesta. Quattro sistemisti del pvc e cinque serramentisti fanno il punto su un mercato in ebollizione per i volumi assorbiti dal mercato ma anche per i prezzi delle materie prime che rischiano di fiaccare la crescita
Il settore dei serramenti in pvc sta conoscendo in Italia un momento senza eguali nella sua storia turbato solo dall’aumento dei prezzi delle materie prime, dei semilavorati e dei componenti che non si è ancora riversato del tutto a valle. A rischio sono le aziende che hanno fatto i preventivi nei mesi scorsi senza data limite di validità e chi lavora negli appalti pubblici. Tutti sotto il giogo di aumenti di prezzi che gli esperti dichiarano non essere terminati e che potrebbero continuare fino all’autunno inoltrato.
Come cambiano i prezzi dei serramenti in pvc
Nel nostro viaggio tra le dinamiche dei prezzi abbiamo dato ascolto alle voci di quattro gammisti: Mirko Anesi, Deceuninck – Alessandro Brignach, Gealan– Frederick Declercq, profine – Graziano Meneghetti, Veka. E di cinque produttori di serramenti in pvc: Saverio Campo, GC Infissi – Riccardo Figliolia, I Nobili – Enzo Guidotti, Coserplast – Francesco Mangione, SPI Finestre – Stefano Zanasi, Gruppo Finestre.
Colpiscono le parole più utilizzate dai nostri interlocutori: turbolenza, speculazione, dramma, follia, tragedia, momentaccio, stillicidio. Il che ci offre immediatamente il sentiment degli operatori del settore, all’insegna di una rabbia impotente, attenuato solo dalla generale considerazione “per fortuna c’è tanto lavoro” anche se “proprio ora che finalmente c’è tanta richiesta di serramenti in pvc, questa impennata vertiginosa dei prezzi delle materie prime e dei componenti proprio non ci voleva”.
Entriamo nel merito iniziando dal quadro europeo. Quello internazionale del movimento delle materie prime è già stato trattato (qui), dell’alluminio (qui), del legno (qui) e delle materie plastiche (qui).
In tutta Europa
Da oltre un semestre si riscontra nel nostro paese una forte crescita delle vendite di infissi in ogni materiale, in pvc e in alluminio in modo particolare. La crescita però è stata notata anche in altri paesi d’Europa. Non ai nostri ritmi ma ugualmente tonica. I nostri ritmi così accentuati sono dovuti sostanzialmente agli incentivi statali, senza eguali in Europa, e dal fatto che le costruzioni e gli infissi sono reduci da 10 anni di crisi nera. Poi, l’effetto lockdown ha fatto il resto, a nostro avviso.
Uno sguardo continentale ce lo offre Frederick Declercq di profine: “In tutta Europa l’industria delle costruzioni sta andando bene. Anzi molto bene. L’Unione europea con le sue direttive esercita una forte pressione per avere abitazioni a zero emissioni di CO2 entro il 2050. Ci sono molti paesi che hanno programmi di aiuto per gli investimenti verdi per la casa. Molte sono leggi delle nazioni UE che favoriscono il rinnovo delle abitazioni e ciò spinge le vendite di tutto ciò che, come i pannelli solari, i cappotti, le caldaie, le finestre, contribuisce ad aumentare l’efficienza energetica della casa. Poi, c’è il settore non residenziale: le scuole vanno ristrutturate, gli edifici pubblici e gli stabilimenti di produzione vanno efficientati dal punto di vista energetico. Siamo quindi di fronte a un importante fenomeno che avviene su scala europea”.
Concorda con queste osservazioni Alessandro Brignach di Gealan che precisa: “In tutta Europa, salvo tre piccole nazioni dell’Est, noi abbiamo notato una forte espansione del mercato della finestra che si sta sviluppando a ritmi sostenuti. In alcune nazioni abbiamo notato impennate vertiginose di richieste di finestre dal mercato. In particolare, il settore dei serramenti in pvc in Italia sta andando a gonfie vele. Da 4-5 mesi ci sono molti serramentisti che viaggiano con il turbo.”
Quali allora le possibili spiegazioni del fenomeno? A queste considerazioni aggiunge le proprie riflessioni Graziano Meneghetti di Veka: “Non c’è solo l’industria delle costruzioni che tira. Ci sono degli effetti macro della pandemia in tutta Europa. La gente non viaggia. Non va al ristorante. Lavora in casa. Si veste più semplicemente. Insomma, non spende. Così si sono accumulati 200 miliardi di euro nei conti correnti degli italiani. Tutti costretti a stare in casa, ci si accorge delle cose che non vanno. E’ naturale che chi può, spende per migliorare il proprio habitat, e quindi investe anche in infissi. L‘ecobonus ha solo agevolato questo processo”.
A queste osservazioni a proposito dei lavori in casa, aggiungiamo che uno dei più noti effetti del lockdown è stata in tutta Europa l’esplosione del bricolage, dei lavori di giardinaggio e delle vendite di mobili.
Salgono, salgono le materie prime
A questo quadro di un mercato dei serramenti in pvc che tira si è aggiunto da qualche mese il fattore “prezzi delle materie prime”, pvc in primis, che nel giro di un anno ha visto raddoppiare le quotazioni.
Così descrive l’attuale situazione Mirko Anesi: “Drammatica. La situazione è davvero drammatica. È l’aggettivo giusto che la descrive. Non ho neanche il tempo per pensare ad altro. Pvc, additivi, ossido di titanio, tutto sale di prezzo. C’è difficoltà a reperire le materie prime. I prezzi variano di settimana in settimana. E non sono solo le materie plastiche. C’è tutto il resto: ad esempio, i rinforzi in acciaio, importanti per gli infissi in pvc, sono saliti alle stelle”.
Ma sui rinforzi torneremo con ampiezza di dettagli. Il mercato delle materie prime è segnato da pesanti turbolenze. Allarga lo sguardo Alessandro Brignach: “Manca legno, manca acciaio. Tutta la filiera dell’edilizia sta andando in crisi perché non è in grado di assorbire i prezzi elevati raggiunti dalle materie prime. Qui in Alto Adige, è sparito il legno per le case e per le finestre. Un grande deposito di legno a Bolzano, era sempre pieno. Ora è vuoto: hanno venduto tutto”.
Punta il dito Frederick Declercq: “Vi sono forze più grandi di noi: sono gli oligopoli che dominano il mercato. Si tratta di quattro/cinque aziende che per force majeure aumentano i prezzi a loro piacimento. Qualcuno si inventa la manutenzione dello stabilimento. C’è chi chiude per incidenti, o per potenziare le linee di produzione. C’è anche chi ha avuto problemi di trasporto su chiatte: una volta per la secca del fiume, un’altra volta per rischio inondazioni. Ed è sempre la stessa azienda. Situazioni incredibili che hanno contribuito a far schizzare il prezzo del pvc alle stelle mentre il mercato richiede finestre in pvc. Noi siamo a +30% rispetto allo scorso anno e fino a fine anno sarà ancora così”.
Come nota di cronaca aggiungiamo in questo quadro che qualche giorno fa Versalis, Gruppo Eni, ha annunciato il fermo degli impianti di cracking, butadiene e polietilene, situati a Brindisi, per attività di manutenzione e adeguamento. Un’operazione certamente programmata da tempo ma che non raffredderà di sicuro le quotazioni del polietilene che in un anno sono triplicate.
Riflette Graziano Meneghetti: “Tanta domanda e poca offerta stanno creando le condizioni della tempesta perfetta. E i prezzi del pvc, degli additivi salgono, salgono. Comunque, in 20 anni che sono in Veka non ho mai visto numeri così alti di vendite come quelli che sto vedendo in questi mesi”.
Conferma Alessandro Brignach: “Chiaramente la crisi dei prezzi e degli approvvigionamenti rischia di danneggiare questo momento unico. Qualcuno mi dice con una battuta che abbiamo i denti, ma non il pane. Il mercato ha digerito bene i primi aumenti dei nostri profili. Anzi, alcuni serramentisti mi hanno detto: i vostri aumenti sono niente rispetto all’aumento dei prezzi dell’imballaggio in materia plastica che ha ha raggiunto il 100-120%. Gli esperti dicono che la calma si otterrà in ottobre. Qualcuno dietro ci sta speculando alla grande. Facendo una media degli aumenti che vedo in giro si assiste a un doppio aumento, tipo, 5+5% per il serramentista”.
Mirko Anesi ritorna sul tema dell’acciaio dei rinforzi: “Mi fa paura quello che sta per succedere. Ieri (15 aprile, NdR) ho avuto notizia di un altro 20% di aumento per consegne a giugno, che si aggiunge a quelli effettuati nei mesi scorsi. In pratica siamo a +80% rispetto alle quotazioni di un materiale che per anni e anni è rimasto sostanzialmente stabile. I nostri fornitori, che sono tra i 5 maggiori produttori di rinforzi europei, ci dicono che ci saranno ulteriori crescite delle quotazioni nel prossimo trimestre. E stanno ordinando già materiale per settembre. Arcelor Mittal, ci dicono, oggi sta prendendo ordini per consegne a settembre”.
Buio all’orizzonte, quindi, per tutti componenti dei serramenti in pvc almeno per qualche mese. Tutti, fornitori e serramentisti, in balìa di un mercato impazzito e della speculazione. Gli aumenti stanno mettendo sotto pressione le aziende (che non sono poche) che lavorano con i margini risicati, alla perenne ricerca dei volumi che non esistono. Insomma, quelle realtà che puntano al prezzo e allo sconto come argomenti di vendita.
E i produttori di serramenti in pvc?
Tutto aumenta costantemente: pvc, acciaio, alluminio, vetro accessori, imballaggi. Riccardo Figliolìa, de I Nobili, felice per il nuovo stabilimento che sta funzionando a pieno regime, e per i nuovi uffici in cui è entrato da sei mesi, è allarmato: “Siamo francamente preoccupati per gli aumenti. Stiamo cercando di capire dove nascono ma ogni giorno c’è una novità al rialzo. Qui si tratta di comprar bene e di non comprare troppo, tenendo i magazzini al minimo”.
Con la schiettezza che lo contraddistingue Saverio Campo, alla testa di GC Infissi con Carmine Garofalo, sbotta: “E’ un momentaccio. Avevamo paura con il Covid che il mercato si fermasse e invece sta andando molto bene in Italia. Per una volta che c’è lavoro e ci sono i volumi, ti arriva la mazzata dei prezzi. Dobbiamo riuscire passare a valle gli aumenti, senza furbizie. Adesso, noi saremo costretti a fare un aumento dei prezzi dei nostri prodotti ma non quanto sarebbe necessario”.
Rincara la dose Stefano Zanasi del Gruppo Finestre: “Una follia, in 30 anni di lavoro non ho mai visto nulla del genere. Vi sono sistemisti che hanno chiesto il mantenimento del budget dell’anno precedente e nulla di più nell’intento di raffreddare il mercato mentre il mercato tira forte”.
Effervescente come al solito, Francesco Mangione, SPI Finestre (felice per aver fatto ripartire lo stabilimento ex Idealfenster di Rottofreno acquisito lo scorso settembre) non perde tempo a denunciare: “E’ una tragedia. Anzi, più che una tragedia, è uno stillicidio di notizie. Da che modo è mondo, le materie prime oscillano. Ma qui l’alluminio, i rinforzi in acciaio per il pvc, lo stesso pvc, gli imballaggi, in legno e in plastica, ogni settimana aumentano. Di conseguenza la rettifica dei listini dovrebbe essere un qualcosa di continuo per stare dietro a tutti i prezzi”.
Il vero problema è che non si sa quando terminerà questo stillicidio. Aggiunge: “A breve faremo un aumento, altri colleghi l’hanno già fatto”. Ma non basta per mettere in sicurezza i conti aziendali perché “qualcuno ti costringe a tenere i magazzini alti perché altrimenti ti consegna a settembre/ottobre profili e altri componenti”.
Pure il legno degli imballaggi è sparito: “Il nostro fornitore ci dice di aver difficoltà a trovare legno e ci chiede di fare scorte di palletts. Mai vista una cosa del genere! E io mi dico “Mica sono sparite le foreste!” Non riusciamo a comprendere. 10 persone in una stanza e sconvolgono l’ordine mondiale”.
Parole che trovano il pieno consenso di Enzo Guidotti di Coserplast: “Ma è evidente che dietro c’è una forte speculazione che fa salire i prezzi alle stelle creando artificialmente fenomeni di accaparramento. Si c’è l’Asia che tira ma non basta spiegare tutto. Qui c’è la necessità di creare inflazione, come vogliono i banchieri centrali, creando un aumento dei prezzi, con un 2-3% di inflazione all’anno. Certo qualcuno sa che, dopo la pandemia, vista l’efficacia dei vaccini, l’economia ripartirà in tutto il mondo. La gente ha voglia di tornare a vivere e lavorare normalmente, viaggiare, consumare ecc. e che quindi si sa che per qualche anno industria e consumi tireranno. E’ l’ora di puntare su materie prime, semilavorati, energia per il momento. Poi si vedrà.”
Mettere mano ai conti e ai costi
Il problema diventa pressante per chi fa appalti pubblici e che non può far valere più la clausola revisione prezzi. Ma lo è pressante anche per chi ha ottenuto recentemente commesse importanti diluite in più lotti. Per Saverio Campo: “Preoccupanti sono le forniture che sono state concordate sei/sette mesi fa quando la situazione era diversa e i prezzi fatti allora li devi rispettare”.
Una tale pressione sui componenti dei serramenti impone la necessità di rivedere la struttura dei costi dei produttori di infissi. Enzo Guidotti considera: “Siamo di fronte a un aumento medio, prudenziale, del 3-4% dei costi fissi di una finestra. E non è finita qui.”
E i suggerimenti per raddrizzare la barra non mancano. Così Frederick Declercq suggerisce: “I serramentisti dovrebbero aumentare i prezzi almeno del 5% per stare dentro la crescita dei costi e fare preventivi con prezzi validi non più di uno/due mesi”.. Gli fa eco in assonanza Alessandro Brignach: “Ai serramentisti diciamo: non date garanzia di prezzo fino a fine anno. Gli aumenti ci sono e dovete tenerne conto”
Riflette Mirko Anesi: “Già prima di questa ondata shock, il settore era segnato dalla guerra dei poveri ovvero da margini risicati e ricerca del volume che non esiste. Lo shock delle materie prime può essere destabilizzante per molte aziende che faranno fatica a scaricare a valle gli aumenti. Alla fine, saranno obbligati a farlo. Si sta preparando un terremoto con conseguenze poco chiare e alla fine qualcosa succederà, ci saranno morti e feriti”.
Stefano Zanasi crudamente considera: “Saranno soprattutto i piccoli a soffrire per questa ondata di aumenti. Chi compra per un milione di euro e oltre se la cava. Ma chi acquista, e ce ne sono tanti, per 60-70 mila euro penerà”.
Il problema è rappresentato da quella fascia di serramentisti che già lavora con pochi margini e che, se non scarica a valle, rischia di saltare. Sempre Anesi: “Di solito quelli che lavorano con prezzi bassi sono quelli più sensibili agli schock del mercato. Non sono abituati a farsi pagare la qualità che forniscono. Il loro argomento essenziale, lo si sa, sono il prezzo e lo sconto”.
Il problema è anche fare accettare gli aumenti alle rivendite. Per Alessandro Brignach “i rivenditori di porte e finestre si stanno riallineando e questo succede per chi vende il prodotto sia nazionale che importato”. Non è così per Saverio Campo secondo cui “i rivenditori non sono informati e non colgono quanto succedendo a livello internazionale”.
Le prospettive per i serramenti in pvc
L’intoppo dei prezzi propri non ci voleva per un settore che stava e sta tirando come mai è successo nella sua storia. La sensazione degli esperti che entro fine anno l’attuale fiammata si calmerà e si potrà tornare a lavorare “più tranquillamente”.
Per Riccardo Figliolìa “si prospettano almeno tre anni buoni, così sembra, grazie soprattutto all’ecobonus. Il Superbonus difficilmente sarà di interesse per i nostri rivenditori. Il loro target sono di solito l’appartamento, la casa e la villa, segmenti dell’edilizia residenziale poco toccati dal 110%”.
“Il momento è teso – è la considerazione di Stefano Zanasi – ma non lamentiamoci troppo. Finalmente le cose stanno andando bene. Noi come azienda (fatturiamo sui 24 milioni) registriamo un +30% di incremento ordini. Se è vero che l’ecobonus 50% è trainante, non trascuriamo affatto i lavori da Superbous. Abbiamo stretto di recente accordi con alcune Esco che dovrebbero portare più fieno in cascina. Il fatto di avere dei prezzi che stanno al di sotto dei massimali del prezzario DEI tranquillizzerà gli asseveratori”.
Più prudente Enzo Guidotti: “Se gli aumenti persistono, corriamo il rischio che il mercato dei serramenti in pvc si raffreddi. Gli appalti pubblici si rivelano una vera tragedia, specie se ci partecipi con l’alluminio che è cresciuto di almeno il 30%. Quanto al Superbonus, con le quotazioni del prezzario DEI dovremmo cavarcela”.
Pur essendo sotto una formidabile pressione, è molto probabile che il mondo italiano dei serramenti in pvc continui a mantenere la primazia raggiunta sul mercato degli infissi con una quota di mercato attualmente valutata tra il 41-44% in termini di volumi (vedi qui le analisi di Unicmi e qui quelle di PVC Forum). Anzi, è possibile che conquisti ulteriori quote di mercato, stando alle dichiarazioni dei nostri interlocutori e alle informazioni in nostro possesso. Con l’augurio generale che ciò non avvenga a detrimento dei margini.
Nota: le interviste sono state realizzate tra il 13 e il 16 aprile.
Prossime puntate del viaggio tra i prezzi di materie prime, semilavorati e componenti
-Accessori per serramenti
-Rivenditori di porte e finestre
Precedenti puntate:
–Prezzi di metallo, plastiche e legno alle stelle
–Alluminio in piena crescita. Nelle applicazioni e… nei prezzi
–Serramenti in alluminio con il vento in poppa e …minaccia prezzi
–Acciaio. Quanto sarà inarrestabile la corsa verso l’alto?
–Prezzi dell’acciaio in edilizia e nella serramentistica. Che succede?
a cura di Ennio Braicovich
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