Il normatore Samuele Broglio: “un potente aiuto ai fabbricanti viene dalle metodologie di calcolo, che permettono di determinare con sufficiente approssimazione le reazioni di un manufatto sottoposto a sollecitazione meccanica”
In questa 3.a parte della serie di articoli dedicati alle cosiddette Vetrate panoramiche il normatore Samuele Broglio illustra come affrontare il problema della resistenza al carico del vento per i serramenti oversize, ovvero di grandi dimensioni, al di là del problema della Marcatura CE già affrontato nella seconda parte. Nella prima parte della serie Broglio aveva analizzato, sempre per le vetrate panoramiche, il problema della dichiarazione di un valore di resistenza al carico del vento.
Serramenti oversize e il carico del vento
Come detto, in precedenza, il vero problema legato al carico del vento si presenta sui serramenti oversize, in quanto:
- sono i serramenti più rischiosi dal punto di vista di tale sollecitazione
- purtroppo, la maggior parte dei laboratori non sono adeguatamente attrezzati per questi oggetti, dato che non dispongono di macchinari lunghi 10/15 o addirittura 20 metri
- anche usando i pochi macchinari di tali misure esistenti, le prove avrebbero costi cotanto proibitivi da renderle improponibili, soprattutto su prodotti unici fabbricati su richiesta quali sono gli “oversize” che a rigor di termini andrebbero testati sul singolo pezzo e non su di un campione rappresentativo (che oltretutto sarebbe enormemente costoso) data l’inevitabile variabilità delle scelte tecnologiche applicate di volta in volta; ciò è principalmente dovuto al fatto che la logistica necessaria per movimentare ed installare simili mostri contempla inevitabilmente costi “a sei zeri”
Come risolvere il problema
Purtroppo, però qualcosa va fatto, non tanto per avere la Marcatura CE (negli oversize ci si potrebbe appoggiare all’unicità del prodotto e quindi all’Articolo 5 del Regolamento n. 305/11 che esenta da tale obbligo i prodotti unici) ma principalmente per essere sicuri di non fare danni o, ancor peggio, morti e feriti.
In queste condizioni a mio avviso l’unico aiuto ai fabbricanti viene dalle metodologie di calcolo, che permettono di determinare con sufficiente approssimazione le reazioni di un manufatto sottoposto a sollecitazione meccanica.
Dal mio punto di vista una procedura sufficiente e sicuramente preferibile al fin troppo diffuso “fidarsi dell’esperienza” oggi in auge potrebbe essere
- 1-testare un campione di referenza, possibilmente grosso quanto un normale apparato di laboratorio permette, così da avere una classificazione certa dalla quale partire; sarebbe inoltre il caso di essere certi del fatto che tale campione, per quanto riguarda la composizione, sia veramente il più sfavorevole, accettando quindi di buon grado classificazioni con valori poco lusinghieri ma sicuramente in ragione di sicurezza
- 2-determinare le forze agenti sugli elementi più sollecitati di tale campione così da correlarle alle deformazioni rilevate in laboratorio
- a questo punto
- 3-o utilizzare un programma FEM, ovvero un programma che utilizza il Metodo agli Elementi Finiti, (per chi ce l’ha e lo sa usare) ed utilizzarlo per la simulazione delle deformazioni degli elementi del serramento realmente prodotto, oppure
- 4-oppure effettuare calcoli di raffronto tra sollecitazioni, deformazioni e sezioni resistenti del campione sottoposto a test e gli omologhi valori caratteristici del serramento immessi sul mercato derivanti da calcolo. A tal proposito si ricorda che la UNI EN 14351-1, al punto 4.2 “Resistenza al carico del vento” autorizza procedure di calcolo, mentre il fatto che i serramenti non siano prodotti strutturali -vedi articolo precedente – non obbliga a mio avviso al coinvolgimento di un ingegnere strutturista;
- 5-in ogni caso dimensionare i vetri. Qui si potrebbe utilizzare la procedura di verifica di cui ad UNI EN 16612 (norma forse un po’troppo “a misura di ingegnere” per i serramentisti; mi chiedo se non si sarebbe potuta creare un’appendice per i calcoli rapidi – naturalmente in ragione di sicurezza – a misura di serramentista artigiano così da aiutare anche questa categoria). Oppure almeno eseguendo un calcolo con la vecchia equazione di Timoschenko. In questo caso occorre ricordarsi però, se in presenza di vetri camera, di combinare i carichi del vento con la pressione isocora prevedibile (Nota: l’utilizzo della procedura di cui alla UNI EN 16612 è da considerare preferibile ad un semplice calcolo mediante equazione di Timoschenko)
- 6-qualora si sia in possibile presenza di carico da folla, cosa questa che complica il calcolo, richiedere l’intervento di un tecnico abilitato per la verifica almeno del vetro.
Conclusioni
So che si tratta comunque di una procedura piuttosto complessa e costosa soprattutto dal punto di vista del tempo impiegato, ma altra strada non vedo per risolvere la vera criticità legata alla sicurezza delle cosiddette “vetrate panoramiche”. Date le dimensioni che spesso raggiungono tali oggetti i quali altrettanto spesso vengono installati a piani alti, onestamente la criticità va ben al di là della mera Marcatura CE e della diatriba “obbligo normativo sì, obbligo normativo no” e che non può venire ignorata pena il rischio di pesanti ripercussioni legali.
Foto in alto: serramenti scorrevoli Vista Panoramic Windows da 22 x 2.5 metri de La Falegnameria
Foto interna: serramenti scorrevoli Vista Panoramic Windows da 14 x 4 metri de La Falegnameria
La serie di articoli sulle vetrate panramiche consta delle seguenti parti:
1.a parte: “Resistenza al vento in classe 2. Obbligo per vetrate panoramiche?”
2.a parte: “Marcatura CE per le vetrate panoramiche”
3.parte: “Serramenti oversize e il calcolo del carico del vento“
a cura di EB
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