Lo afferma uno studio di Drees & Sommer in collaborazione con PE International, realizzato per conto della EAA-European Aluminium Association
L’ultima voce sul tema della sostenibilità dei materiali per facciate e finestre viene dalla Germania. La pronuncia lo studio di consulenza nel campo del real estate Drees & Sommer, 1770 dipendenti, 45 anni di attività a livello mondiale nei settori del “development management, infrastructure consulting, project management, real estate consulting and engineering”. In collaborazione con PE International, società operante nel campo della consulenza e dei servizi per la sostenibilità, ha condotto a termine uno studio sulla sostenibilità dei diversi materiali utilizzati nelle facciate e nelle finestre. Lo studio, che è stato realizzato per conto della EAA–European Aluminium Association, ha per obiettivo garantire la trasparenza delle scelte a clienti e investitori.
Il rapporto intitolato “Valutazione di sostenibilità di finestre e facciate continue” consta di 87 pagine in lingua inglese (qui in allegato a fondo pagina). Nove i capitoli che lo compongono:
-Introduzione e obiettivi;
-Executive Summary;
-Descrizione dei sistemi di facciate e di finestre;
-Simulazione termica;
-LCC-Analisi dei Costi del Ciclo di Vita;
-LCA-Valutazione del Ciclo di Vita;
-Valutazione approfondita;
-Riferimenti;
-Valutazioni dei revisori.
Lo studio ha preso in esame i differenti aspetti della sostenibilità dei materiali per finestre (alluminio, legno, legno/alluminio e PVC) e per facciate (alluminio, legno e legno/alluminio). E’ stato preso in esame l’intero ciclo di vita dalla produzione alla fine vita. Per la modellizzazione della fase utilizzo dell’utenza sono stati presi in considerazione due ambienti standardizzati rispettivamente per uso residenziale e uffici in due climi diversi (Berlino e Roma). Come riferimento per l’edificio residenziale si è assunta una finestra tipo a due ante da 3,75 m2 (forse un po’ troppo generosa di dimensioni), mentre per l’edificio a uffici si è scelta una struttura a facciata continua a montanti e traversi da 14 m2.
I materiali per finestre e facciate sono stati analizzati sotto gli aspetti ecologici, economici, funzionali e sociali. Il risultato chiave del Rapporto è che nessun materiale offre le migliori prestazioni di sostenibilità secondo tutti i criteri individuati e che, ad una vista d’assieme, i diversi materiali sostanzialmente si equivalgono, sempre dal punto di vista della sostenibilità.
L’opinione corrente che il legno sia il materiale più sostenibile per serramenti e facciate è ampiamente diffusa. Per verificare questa affermazione tenendo conto di tutti i fattori di sostenibilità il team di lavoro della Drees & Sommer ha intrapreso uno studio olistico focalizzato sull’Europa.
L'obiettivo è stato quello di confrontare la performance di sostenibilità dei materiali comunemente usati nella costruzione di facciate e finestra – alluminio, legno e PVC – in base a riconosciuti criteri pratici. Criteri ecologici, economici, funzionali e sociali sono stati applicati sulla base dei tipici sistemi di certificazione di sostenibilità per gli edifici commerciali e residenziali. Gli esperti del team di lavoro hanno determinato e confrontato i fattori tra cui gli audit ambientali, i costi del ciclo di vita, i calcoli di comfort, e la separabilità dei materiali. Nella valutazione approfondita, fondata su una lista molto articolata di indicatori, i vantaggi e gli svantaggi dei diversi sistemi sono stati stimati con i crediti 0 (negativo), 1 (neutro) e 2 (positivo).
Uno dei risultati chiave dello studio è che nessun materiale offre sempre le migliori performance di sostenibilità in tutti i criteri. Le prestazioni generali variano solo di una decina di punti percentuali rispetto alla media, con tutti i materiali che si rivelano sostanzialmente ben performanti. Lo studio ha anche mostrato, affermano gli autori, che i requisiti delle risorse e dei costi del ciclo di vita durante la fase di esercizio sono di notevole importanza.
Riportiamo nella gallery, e solo a titolo di curiosità e di stimolo alla lettura dello studio, qui sopra allegato in pdf, i due grafici che riassumono le conclusioni del Rapporto.
Il primo (fig. 1) riguarda le facciate continue per uffici. Sulla base della metodologia quantitativa scelta per questo progetto, le facciate in alluminio raggiungono la prestazione massima di sostenibilità con un punteggio di 92% dei crediti totali a fronte dell’80% delle facciate in legno/alluminio e del 76% di quelle in legno.
Per quanto riguarda le finestre (fig. 2), la stessa metodologia ha portato le finestre standard in alluminio a raggiungere il 93% dei crediti, quelle in legno/alluminio l’83%, quelle in legno l’82% e quelle in PVC l’84%. Più alti i punteggi per le finestre risultanti da best practices dove gli scores variano dal 97% (alluminio) all’87% (PVC). Con una puntualizzazione degna di essere messa in rilievo da parte degli autori dello studio: “considerando la quota parte di soggettività associata alla definizione dei criteri di valutazione, la variazione nei risultati finali non può essere considerata molto significativa”.
Ad una prima lettura emergono alcune considerazioni.
La prima è che mancava da un po’ di tempo uno studio sulla sostenibilità dei diversi materiali per facciate e serramenti. Lo studio di Drees & Sommer riempie questo vuoto. Esso permette un passo in avanti sulla strada della conoscenza apportando un prezioso e serio contributo di aggiornamento sulle metodologie di valutazione della sostenibilità. Sarebbe sicuramente sbagliato ritenere a priori che le conclusioni dello studio possano dipendere dall’identità del committente, ovvero la European Aluminium Association. Certamente lo studio riequilibra le conclusioni di qualche altro studio e certe opinioni correnti mai suffragate da dati di fatto. E, in ogni caso, ha l’onestà intellettuale di riconoscere la forza della soggettività di alcuni criteri di valutazione.
La seconda considerazione riguarda il metodo adottato nella stesura del documento finale che contiene anche le opinioni dei revisori, ovvero esperti riconosciuti ma non coinvolti nel lavoro dello studio, che hanno riveduto criticamente lo studio, la metodologia adottata e le conclusioni esprimendo anche critiche e riserve. Un qualcosa che non capita in tutti gli studi simili che ci è capitato di leggere.
La terza considerazione è piuttosto un augurio: che le associazioni del serramento e delle facciate a livello europeo riescano a sviluppare uno studio condiviso sulla sostenibilità dei diversi materiali. Ben venga quindi lo studio odierno. Meglio sarebbe stato averne uno condiviso. Ci si arriverà. Ne siamo certi. (eb)
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