Stando al Decreto Requisiti Minimi la sostituzione dei serramenti richiede la Relazione tecnica firmata da un tecnico abilitato. Una situazione da far crollare il mercato del serramento
Sul parere pubblicato ieri (vedi news) della Unità Operativa Energia e Reti Tecnologiche Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile di Regione Lombardia, concordato con ILSPA-Infrastrutture Lombarde Spa, in merito agli obblighi di legge che incombono nel caso di semplice sostituzione di serramenti (riqualificazione energetica) interviene Samuele Broglio di Confartigianato.
Il quale ci ha svelato un particolare che rende comprensibile la parte finale del suo intervento quando afferma “L’avevo detto”. Il riferimento è a quanto sostenuto da Broglio in occasione delle riunioni del Gruppo di Lavoro “Involucro” sul Decreto Requisiti minimi ovvero della necessità della Relazione tecnica nel caso di sostituzione di serramenti imposta dal Decreto requisiti minimi. Ahinoi, la posizione del Nostro, fu bocciata con l’unica solidarietà di Piero Mariotto di Anfit.
A questo punto crediamo che sia auspicabile e necessaria, come sottolineato dall'esponente di Confartigianato, una presa di posizione nei riguardi dei Ministeri di tutte le Associazioni che contano in questo settore.
(eb)
Anzitutto non posso che dimostrarmi contrariato del fatto che una “interpretazione autentica” di tale importanza e portata sia stata fatta verbalmente e non per iscritto, anche se a fronte di domanda verbale.
Il decreto è ben lungi da essere chiaro ed univoco, tanto che esperti di diversa estrazione ma di più o meno pari caratura su tale argomento prendono posizioni differenti, e quindi un'interpretazione scritta da parte di un Ente come Regione Lombardia avrebbe potuto dare una base sulla quale cominciare una discussione fondata più su certezze che non su opinioni (quantomeno un'interpretazione scritta avrebbe messo “nero su bianco” la visione potenziale di un Ente pubblico, il che non è poco). Comunque tant'è, e quindi ci faremo andare bene la forma concentrandoci sulla sostanza, che è già abbastanza preoccupante di per sé, soprattutto se avesse riscontro positivo in un'interpretazione rilasciata dal Ministero.
Infatti, come giustamente fa notare l'articolo su Guidafinestra, tale visione rappresenterebbe la tomba dei piccoli lavori di sostituzione, sui quali una buona parte del nostro settore ormai vive data la situazione comatosa dell'edilizia delle medio-grandi opere, in quanto la sostituzione delle 2/3 finestre sarebbe gravata da costi burocratici paradossalmente più ingenti dell'intervento stesso. A questo punto viene logico domandarsi se un decreto così fatto abbia logica se emanato dal Ministero Sviluppo Economico e se invece non avrebbe dovuto essere emanato, assieme ad altri similari capolavori, da un potenziale Ministero del Disastro Economico volto non ad incrementare l'economia nazionale (come il nome del ministero realmente esistente farebbe pensare) ma bensì a danneggiarla irreparabilmente.
Certamente tale interpretazione spiegherebbe molte cose, prima fra tutte la discrasia tra normazione europea armonizzata e richieste prestazionali. Infatti la presenza di un progettista toglie dalla competenza del produttore la valutazione di oggetti quali i “componenti finestrati”, i quali così ricadrebbero sotto la responsabilità del tecnico abilitato il quale non è sottoposto ad alcuna regolamentazione comunitaria.
Certamente risulta incomprensibile, oltre al potenziale danno economico procurabile al sistema economico italiano, anche la discrasia,se non “de jure” almeno “de facto”, con buona parte della legislazione nazionale a partire dal Testo Unico Edilizia (DPR 380/2001) in poi, che parrebbe decisamente favorevole ad una semplificazione crescente in materia di edilizia per mezzo dell'estensione massima della cosiddetta “edilizia libera” (ossia quella nella quale non è necessario l'intervento del tecnico abilitato) attuata al fine di sviluppare al massimo tale settore.
Ora non voglio pensare che tale assurda ed anacronistica marcia indietro, oltretutto paradossalmente messa in pratica da un Ministero che più di ogni altro dovrebbe cercare di sviluppare al massimo la nostra economia nazionale, avvenga a seguito di una forte opera di lobbyng effettuata da chi vorrebbe per motivi “di cassetta” fare sì che in ogni intervento edilizio sia sempre presente un tecnico. Preferisco pensare che il testo del decreto derivi o da una visione elitaristica del mondo, che non tiene conto della reale situazione economica del popolo italiano nella quale da un lato interventi economicamente sproporzionati anche se utili non vengono eseguiti tout court e dall'altro non vi sono i capitali per interventi radicali, nella quale si ritiene che è meglio stroncare sul nascere microinterventi non assolutamente risolutivi (il “piuttosto che nulla meglio piuttosto” non è il motto delle elites ma della gente comune), oppure da una semplice svista da parte dei redattori dello stesso, i quali non si sono ben resi conto del potenziale impatto negativo di certe disposizioni.
Comunque la lettera inviata dalle Associazioni al Ministero, per quanto non tocchi nello specifico tale punto, è chiaramente propedeutica ad un incontro tra i rappresentanti del mondo produttivo ed il decisore politico; durante tale incontro vi sarà sicuramente modo di trattare il problema a tutto campo, toccando tutti gli aspetti e sciogliendo tutti i nodi possibili.
Questo è tutto. Per inciso “io me lo aspettavo e lo avevo detto” (forse pratico troppo i Tribunali ed orai ho imparato che una legge, nell'ottica della magistratura e/o dei Ministeri, non deve essere per forza logica ma deve solo essere coerente con sé stessa e con il quadro legislativo nazionale), ma dopo lunga discussione tra i vari responsabili delle varie associazioni si è deciso a maggioranza che una simile visione fosse troppo illogica, troppo discrasica con il TUE-Testo Unico dell’Edilizia, con lo Sblocca Italia e con tutte le altre leggi per poter essere vera……..alla fine anch'io mi sono allineato. Oggi sono pentito di non aver insistito di più.
Samuele Broglio, Confartigianato
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere