Nei pressi del Rifugio Col Gallina a 2055 metri di quota, dal 1° marzo una camera mobile in metallo, legno e vetro permette di godere da vicino della magia delle Dolomiti
Dalla Glasshouse alla glass room. Una stanza mobile dalle pareti di vetro collocata a 500 metri di distanza dal Rifugio Col Gallina, a 2055 metri di quota, permette da qualche giorno di godere del paesaggio magico delle Dolomiti dal tramonto all’alba. Un romantico “a tu per tu” con le stelle e la luna, immersi nel paesaggio delle montagne del passo Falzarego, il Lagazuoi, la Tofana di Rozes e il Sass de Stria, ideato dal gestore del Rifugio Raniero Campigotto. Al comfort degli occupanti contribuiscono anche cioccolatini e grappe aromatizzate, un gruppo audio per ascoltare musica, uno schermo tv per film su DVD o chiavetta, la regolazione motorizzata della seduta del letto a due piazze, l'indispensabile riscaldamento, la cena e la colazione. Il tutto compreso nel prezzo di 300 euro a testa.
“La mobile room, ci spiega Raniero, è nata su sollecitazione di clienti rimasti incantati dal paesaggio delle Dolomiti durante le ciaspolate notturne che organizziamo a partire dal Rifugio. Da qui l’idea di far ammirare in maniera comfortevole i nostri panorami di notte facendo anche godere del tramonto e dell’alba che colorano di rosa le nostre montagne”.
Dall’idea al progetto e quindi alla realizzazione che è stata portata a termine con l’aiuto di giovani artigiani di Cortina: il fabbro Stefano, il falegname Matteo e l’impiantista elettrico Antonio. “Ognuno c’ha messo del suo con grande passione” sottolinea l’ideatore della Starlight Rooom Dolomites.
La stanza mobile è stata realizzata con una robusta struttura in ferro e quindi rivestita in legno internamente ed esternamente. L’involucro è stato protetto termicamente inserendo un isolante a cellule chiuse tra le pelli interna e esterna. Tutta la costruzione è stata adeguatamente sigillata per impedire infiltrazioni d’aria. I vetri, prodotti da una vetreria altoatesina, sono stati trasportati in quota e quindi sono stati dotati di valvole altimetriche e montati sulla struttura.
Un must del progetto era il limite massimo di peso, 900 kg, per poter portare in quota con l’elicottero la “casetta”, come la chiama affettuosamente Raniero. La stanza mobile è comunque dotata di un solido paio di sci ricavati da guardrail autostradale in dismissione per poterla trasportare e posizionare anche con mezzi terrestri.
Il riscaldamento è realizzato tramite un gruppo riscaldatore da campeggio e alimentato dalle batterie di un gruppo elettrogeno dismesso dal Rifugio Bona e opportunamente recuperato a nuova vita. Il riscaldatore è a doppia ripresa d’aria assicurando così anche il mantenimento di una adeguata umidità relativa interna al piccolo ambiente ed evitando così la formazione di condensa sulle pareti vetrate. La regolazione della temperatura interna tramite termostato, le magie del vetro ma sopratutto la bella idea di Raniero e la sapienza dei suoi collaboratori permettono, a chi può e vuole, di regalarsi un piccolo e delizioso sogno notturno.
(eb)
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Le foto sono di Giacomo Pampanin
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