Interrogazione a risposta immediata del deputato Giovanni Currò rivolta al MInistero delle'Economia e Finanze per sapere su chi ricade la responsabilità se si scoprisse che il contribuente non ha diritto al beneficio
Il Superbonus 110% fa discutere, scrivere, parlare, interrogare a iosa mentre i due decreti Asseverazione e Requisiti Ecobonus non vengono ancora pubblicati in Gazzetta Ufficiale a distanza di più di 50 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento e più di 30 dalla pubblicazione del MISE. Una situazione paradossale che sta causando il blocco dell’edilizia che molto puntava sul Superbonus per riprendersi. Da notare che dopo la pubblicazione, ci sarà la corsa allo studio dei decreti applicativi e la partenza degli interpelli all’Agenzia delle Entrate e al MEF. Il che potrebbe significare uno stallo dei lavori che nessuno si augura.
E proprio al MEF, il Ministero dell’economia e finanze, ha rivolto l’on. Giovanni Currò, deputato pentastellato, un’interrogazione a risposta immediata in Commissione Finanze , di cui peraltro è vicepresidente, per sapere se ritenga di chiarire su quali soggetti ricadrebbe la responsabilità, qualora, all’esito dei controlli effettuati dall’Agenzia delle entrate, dovesse emergere che il contribuente non avrebbe dovuto usufruire del beneficio fiscale di cui all’articolo 119, e quali strumenti avrebbe il beneficiario per tutelare le sue ragioni.
Dopo aver ricapitolato l’essenza del Superbonus, Currò scrive al MEF: “giungono già numerose segnalazioni da parte di soggetti, potenzialmente beneficiari, che nell’incertezza della norma non intendono, ad oggi, programmare interventi ed opere di efficientamento energetico –:
se ritenga di chiarire su quali soggetti ricadrebbe la responsabilità, qualora, all’esito dei controlli effettuati dall’Agenzia delle entrate, dovesse emergere che il contribuente non avrebbe dovuto usufruire del beneficio fiscale di cui all’articolo 119, e quali strumenti avrebbe il beneficiario per tutelare le sue ragioni”.
Bene l’intervento del parlamentare pentastellato (che potrebbe anche suonare leggermente autocritico) su un tema che sta paralizzando la partenza del Superbonus. Infatti, molti progettisti si rifiutano di assumersi delle pesanti responsabilità a fronte di committenti che non sempre sono dei santi e che vogliono cogliere al volo i vantaggi del 110% pur abitando in unità immobiliari dove sono stati compiuti abusi edilizi, magari non da loro stessi. E trovare un condominio o una casa unifamiliare in cui non siano stati compiuti abusi non sempre è facile.
Quali le pene per attestazioni o asseverazioni infedeli per il Superbonus?
Le ha illustrate a suo tempo il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini in un’audizione alla Commissione di Vigilanza sull’anagrafe tributaria (clicca qui) affermando: “Nel caso in cui vengano rilasciate attestazioni o asseverazioni infedeli il legislatore ha previsto la contestazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 2.000 a euro 15.000, per ciascuna asseverazione infedele oltre all’applicazione delle sanzioni penali ove il fatto costituisca reato. I professionisti che intendono rilasciare attestazioni o asseverazioni, inoltre, sono tenuti a stipulare una polizza di assicurazione della responsabilità civile […] al fine di garantire ai propri clienti e al bilancio dello Stato il risarcimento dei danni eventualmente provocati dall’attività prestata”.
I conti sono presto fatti.
a cura di Ennio Braicovich
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