No al depotenziamento del 110% e no alla revisione al ribasso del Superbonus, protestano concordi le due Confederazioni. Si alla proroga al 2023, semplificando il provvedimento
Di fronte alle ‘voci’ della mancata proroga del Superbonus fino al 2023, tuonano concordi le due Confederazioni delle piccole e medie imprese e degli artigiani CNA e Confartigianato e aggiungono la loro voce alle tante proteste di Ance, Confindustria, Federcostruzioni, Finco, le associazioni dei progettisti, Anaci (amministratori di condominio). La voce del settore costruzioni si fa sentire. Ed è un settore di peso: secondo i dati di Confartigianato il bonus del 110% e le detrazioni fiscali per l’edilizia coinvolgono 1 milione di imprese del ‘sistema casa’ – di cui 500mila nelle costruzioni, 238mila nelle attività immobiliari e 196mila studi di architettura, di ingegneria e tecnici – con 2,3 milioni di addetti, di cui 2 milioni, pari all’87,6%, nelle micro e piccole imprese.
Così Daniele Vaccarino, presidente di CNA, attacca duramente: “Depotenziare il Superbonus 110% sarebbe un clamoroso autogol. Confidiamo che siano assolutamente prive di fondamento le indiscrezioni su una modifica al ribasso del Superbonus 110%”.
Sulla stessa linea è Marco Granelli, presidente di Confartigianato: “Ci auguriamo siano smentite le notizie su una ‘revisione al ribasso’ del superbonus 110%. Sarebbe una decisione assurda e autolesionistica”.
E tutti due sollecitano la proroga del Superbonus fino al 2023, come peraltro votato tempo addietro dal Parlamento.
Non prorogare il Superbonus fino al 2023 significare tarpare le ali al provvedimento che è appena partito, viste le complessità procedurali insite in esso. E se il Superbonus è già decollato per le ville e le singole unità abitative, non lo è affatto per i condomini, secondo i dati Enea (qui).
“Proprio ora che il mercato riparte, il superbonus 110% – sostiene Granelli – è uno degli incentivi più utili per consolidare la ripresa delle attività produttive e la riqualificazione del patrimonio edilizio in un’ottica di transizione green. Non si devono vanificare le aspettative e gli sforzi di imprese e consumatori che stanno mostrando di apprezzare e utilizzare questo strumento. In questa fase così delicata della nostra economia è essenziale fornire certezze agli imprenditori e ai cittadini per consentire loro di programmare gli interventi previsti dall’incentivo”.
E sulle certezze per imprese e consumatori insiste Vaccarino di CNA: “I consumatori e le imprese hanno più che mai bisogno di certezze e stabilità delle norme per poter programmare gli interventi di riqualificazione. Per questo “da tempo sollecitiamo una proroga a tutto il 2023 e l’ampliamento dell’incentivo anche agli immobili strumentali”. E aggiunge: “Piuttosto sarebbe molto utile intervenire per semplificare norme e procedure in modo da renderlo più efficace e interessante”.
a cura di Ennio Braicovich
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