Il dibattito sulla regolamentazione nazionale non può prescindere da quello che dice la norma europea EN 16034
Tende tagliafuoco e/o tagliafumo sono state oggetto ultimamente su queste pagine di un dibattito …acceso. Il dibattito aperto è tornato molto utile per puntare i riflettori su questa nicchia delle chiusure antincendio grazie agli interventi dell’ing. Gianrico Delfino, quindi dell’ing. Giuseppe Grella del CSI e infine dell’ad di San.Co. Costruzioni Tecnologiche Michele Chemolli.
Prodotti poco conosciuti in Italia ma parecchio utilizzati nel mondo anglosassone molto attento alla sicurezza antincendio, le chiusure tessili antincendio, sia verticali che orizzontali, si rivelano molto utili per compartimentare gli ambienti impedendo la propagazione di fuoco e fumi, favorendo l’evacuazione degli occupanti dell’edificio e l’intervento delle squadre di emergenza.
Le tende tagliafuoco e/o tagliafumo stanno conoscendo un periodo di forte innovazione tecnologica grazie all’utilizzo di nuovi materiale e nuove soluzioni. Queste chiusure tessili, in grande sintesi hanno almeno cinque grandi vantaggi rispetto alle chiusure tradizionali: inserimento discreto anche in ambienti di pregio, leggerezza, superiore facilità di installazione, possibilità di fornitura in grandi dimensioni, elevate capacità di resistenza all’incendio. Alcuni prodotti possono raggiungere la classificazione EI 120 senza necessità di raffreddamento ad acqua, come sottolineato nel suo intervento da Chemolli.
Tutti gli interventi si sono rivelati preziosi nel precisare meglio il contesto normativo e regolamentare di questo settore laddove esistono prodotti immessi in commercio in Italia privi di certificazioni o rapporti di prova. Abbiamo visto nel corso del dibattito che le chiusure tessili resistenti al fuoco e a tenuta di fumi sono soggette alla EN 16034 (marcatura CE possibile dal 1° novembre 2016), alla EN 13241 (marcatura CE obbligatoria da anni) e alla futura EN 14351-2.
Vero è che esiste piuttosto chiaro il decreto del Ministro dell’interno 21 giugno 2004, recante norme tecniche e procedurali per la classificazione di resistenza al fuoco ed omologazione di porte ed altri elementi di chiusura. Inoltre vale l’art. 3 del Decreto 16 febbraio 2007 Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione in cui si afferma:
Art. 3.
Prodotti per i quali è prescritta la classificazione di resistenza al fuoco
1. I prodotti legalmente commercializzati in uno degli Stati della Unione europea e quelli provenienti dagli Stati contraenti l’accordo SEE e Turchia, possono essere impiegati in Italia in elementi costruttivi e opere in cui è prescritta la loro classe di resistenza al fuoco, secondo l’uso conforme all’impiego previsto, se muniti della marcatura CE prevista dalle specificazioni tecniche di prodotto.
…
4. Per le porte e gli altri elementi di chiusura, per le quali non è ancora applicata la procedura ai fini della marcatura CE in assenza delle specificazioni tecniche e successivamente durante il periodo di coesistenza, l’impiego in elementi costruttivi e opere in cui è prescritta la loro classe di resistenza al fuoco, è subordinato al rilascio dell’omologazione ai sensi degli articoli 5 e 6 del decreto del Ministero dell’interno 21 giugno 2004 e consentito nel rispetto dell’art. 3 del medesimo decreto. Al termine del periodo di coesistenza, definito con comunicazione della Commissione dell’Unione europea, detta omologazione rimane valida, solo per i prodotti già immessi sul mercato entro tale termine, ai fini dell’impiego entro la data di scadenza dell’omologazione stessa”.
Quindi, in sintesi, oggi per le chiusure tessili antincendio o marcatura CE o omologazione (istituto in via di estinzione così come l’abbiamo conosciuto).
Manca in materia di chiusure tessili una precisa presa di posizione da parte delle nostre autorità competenti in materia, come evidenziato da Delfino e da Grella. Probabilmente pesa il fatto che la marcatura CE obbligatoria su porte e altri elementi di chiusura come le chiusure tessili antincendio è dietro l’angolo entrando in vigore il 1° novembre 2019.
A beneficio dei lettori che ci hanno chiesto informazioni su che cosa preveda precisamente la EN 16034, la norma regina per i prodotti a resistenza al fuoco e a tenuta di fumo, segnaliamo che già lo scopo della norma prevede, tra le merceologie in oggetto, secondo una affidabile traduzione che abbiamo trovato in rete: “porte resistenti al fuoco e/o tenuta al fumo, destinate all’uso nella compartimentazione al fuoco o fumo e/o in vie di fuga, che sono anche porte industriali, commerciali e da garage, chiusure avvolgibili o tendoni tessili azionabili destinate alla installazione in zone frequentate da persone e per le quali l’uso principale previsto è l’accesso sicuro per i beni ed i veicoli accompagnati o guidati da persone o chiusure avvolgibili o tendoni tessili azionabili…”. Laddove i tendoni tessili azionabile o manovrabili sono definiti come
“Porta con anta costituita da materiale tessuto combinato con altro materiale in uno o più elementi, incluso ogni telaio e/o guida e che funziona come chiusura avvolgibile”.
Naturalmente l’unico testo che fa fede è il testo della norma acquistabile presso UNI.
A ulteriore informazione per i lettori e per chiarezza alleghiamo qui sotto la dichiarazione di prestazione, in inglese e in tedesco, per una chiusura tessile antincendio del produttore tedesco Effertz. E’ uno dei maggiori attori europei del settore che sul suo sito a proposito della propria chiusura tessile antincendio Feuerschutzvorhang EI60 C2 Fibreflam® Iso dichiara essere il primo prodotto recante marcatura CE (secondo EN 16034 e EN 13241) dotato di DoP_dichiarazione di prestazione secondo il Regolamento n. 305/2011. Questa chiusura per la resistenza al fuoco vanta le seguenti classificazioni: E 60, EI 1 60, EI 2 60, EW 60.
(eb)
Foto: doc. Coopers Fire
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