Progettare a energia quasi zero approda alla Casa dell’Architettura di Roma in collaborazione tra l’Ordine degli Architetti PPC della Capitale e DBInformation
Progettare a energia quasi zero approda alla Casa dell’Architettura di Roma con il Convegno organizzato a fine febbraio dalla redazione della rivista The Next Building di DBInformation in collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC della Capitale e con l’appoggio significativo di partner quali Faraone, Indinvest, Internorm e Wicona. E riempie la grande e magnifica sala dello storico edificio dell’Acquario Romano.
In più di 300, in gran parte architetti (ma c’erano pure gli ingegneri), hanno preso parte a un incontro che ambiva a fare il punto sul possibile connubio tra architettura bioclimatica e la progettazione a energia quasi zero. Ovvero la sintesi ‘dialettica’ tra i vincoli di legge che già oggi impongono a livello nazionale consumi praticamente nulli negli appalti pubblici, come ha annunciato il prof. Fabrizio Tucci della Sapienza Università di Roma riferendosi al recentissimo decreto sui CAM, e una progettazione, secondo l’esemplare definizione del prof. Mario Grosso del Politecnico di Torino, che tiene conto delle interazioni tra edificio e fattori climatici al fine di realizzare condizioni ottimali di confort riducendo i consumi energetici.
Apertosi con i saluti non formali del Presidente dell’Ordine degli Architetti Alessandro Ridolfi e di Francesco Briglia di DBInformation, il convegno ha via via affrontato le strade articolate di un percorso irto di difficoltà ma al contempo pieno di stimoli.
NZEB e Bioclimatica
Tucci, dopo aver accennato al problema della carenza di energia e alla crescita della popolazione mondiale, ha richiamato tutti al dovere di fare “qualcosa” contro il disastro ambientale incombente (e l’architetto può fare molto) avendo come riferimento il principio 3R+3M: ridurre i consumi di energia, materiali ed emissioni e massimizzare il riuso, durabilità e risorse rinnovabili. Gli ha fatto eco l’arch. Gaetano Fasano di Enea secondo cui ambiente, energia ed economia possono trovare una positiva sintesi in un nuovo modello di progettazione all’insegna della innovazione culturale e tecnologica. A questo riguardo, lo ha sottolineato l’ing. PhD Giuseppe Piras della Sapienza, la tecnologia può offrire già oggi delle soluzioni impiantistiche di microgenerazione di energia elettrica distribuita integrate nell’involucro edilizio che sono molto interessanti sia per i rendimenti che per i costi.
L’architettura bioclimatica è tornata di prepotenza alla ribalta con le relazioni di Mario Grosso sulla bioclimatica e ventilazione naturale e del prof. Alessandro Rogora del Politecnico di Milano sull’illuminazione naturale imperniata sul ruolo della finestra mediterranea come straordinario elemento di controllo climatico e di illuminamento e sulla potenza della luce naturale (e dell’ombra). Principi di cui si è tenuto ampio conto nel progetto di riqualificazione bioclimatica ed energetica e ambientale effettuato nel centro storico di Salve (Lecce). Una storia paradimatica di architettura bioclimatica da classe energetica A su cui ha riferito con ricchezza di dettagli il prof. Fabrizio Tucci e sulla quale tornemo prossimamente.
L'Industria fa ricerca e innova
In tutto questo quadro di grande rinnovamento legislativo e normativo che ruolo sta assumendo l’industria? Leggi e regolamenti di solito non sono mai amati da chi in genere pensa solo a produrre. Eppure vi è chi si prende la responsabilità di impegnarsi in ricerca&sviluppo, in attività formative, nel lancio di nuovi prodotti. E’ questo il caso della società Faraone, specialista in architetture trasparenti, che, come ha dato conto il fondatore Sabatino Faraone, riesce a progettare e produrre parapetti vetrati in grado di reggere i severi requisiti delle Norme Tecniche per le Costruzioni, del DT210/2013 del CNR, della norma UNI 7697:2015 e della imminente norma sui parapetti vetrati.
Di avanzate sperimentazioni sui fattori chiave dell'involucro di un edificio a facciata continua ha riferito l’ing. Edoardo Tabasso, Product Development Manager di Sapa Building Systems Spa per i Brand Domal, Original Systems e Wicona di serramenti e facciate in alluminio. Il caso applicativo è quello del Vodafone Village di Milano, esempio di facciata continua a doppia pelle ventilata, che, progettata molto prima dei decreti del 26 giugno 2015, ha tuttora prestazioni d’avanguardia, vedi l’Ucw=1,1 W/m2k, l’isolamento acustico da 42 dB, l’utilizzo passivo dell’energia solare. Una stretta collaborazione tra committenza illuminata, progettisti d’avanguardia e i tecnici di Wicona ha permesso di portare avanti per oltre 6 mesi esemplari studi sperimentali di modelli prototipali di facciata per ottimizzarne prestazioni e rendimenti assicurando agli occupanti dell’edificio condizioni di comfort ottimali.
Un altro caso di sperimentazione avanzata è quello di Biosphera2, modulo abitativo itinerante certificato secondo gli standard CasaClima, PassivHaus e Minergie-P e realizzato con “prodotti disponibili”. Come, ad esempio, i serramenti in pvc -finestre, scorrevoli, porta d’ingresso – di Internorm. Prodotti ultraperformanti dal punto di vista termico accoppiati a frangisole domotizzati collegati a sensori interni ed esterni per un adeguato comfort luminoso. Ne ha parlato il tecnico Paolo Buratti, sottolineando l’ottimo comportamento finora dimostrato dal modulo abitativo alle sollecitazioni dei differenti climi cui è stato sottoposto nel corso di un anno: da quello alpino di Courmayeur, a quello padano di Milano, al mediterraneo di Rimini, al clima di Cuneo, Torino e Lugano (Svizzera) fino a Roma dove Biosphera2 viene ospitato dall’Università di Tor Vergata dal 6 marzo in poi. E naturalmente i consumi di energia elettrica sono pressoché zero.
Anche una certa parte dell’industria dell’alluminio ha affrontato con anticipo i cambiamenti regolamentari che sono ancora in corso. Di questa attività ha dato conto Pierluigi Santarelli dell’Ufficio tecnico di Indinvest narrando il caso studio del recupero di un’abitazione colonica nelle Marche, sottoposta a notevoli vincoli progettuali e ambientali. Un lavoro che ha richiesto un dettagliato studio preliminare delle condizioni ambientali, della stratigrafia muraria, delle condizioni di posa, dei tracciati delle isoterme e della verifica del punto di condensa. Fino alla posa in opera di un serramento in alluminio a taglio termico realizzato con il sistema di ultima generazione Dogma in grado di rispondere alle condizioni più severe della nostra legislazione energetica. Ovvero la trasmittanza Uw= 1 W/m2K richiesta oggi per la zona climatica F in Lombardia e in tutta Italia per gli appalti pubblici dal 13 febbraio (mentre per la zona E ci si ferma 1,4 W/m2 in tutta Italia).
Il mondo dell’architettura e dell’edilizia, le tante filiere produttive retrostanti, senza dimenticare i consumatori, è di fronte a una vera e propria rivoluzione energetica, ha evidenziato il moderatore dell’incontro Ennio Braicovich di DBInformation. Iniziata lentamente con i decreti legislativi 192 e 311 (dietro ci sono però le direttive europee), con gli incentivi fiscali per il risparmio energetico, fino all’accelerazione rappresentata dai decreti sull’efficienza energetica del 26 giugno 2015 e completata con il decreto sui CAM-Criteri Ambientali Minimi resi obbligatori negli appalti pubblici a partire dal 13 febbraio 2017 (vedi news). Tutti gli operatori ne sono coinvolti. Prodotti, componenti, elementi costruttivi sono sottoposti a una radicale revisione. Pure coinvolte sono le tecnologie di posa in opera.
La domanda più che legittima a questo punto è: se l’industria, o almeno una certa parte, riesce a trovare nuove opportunità e nuovi stimoli di fronte al continuo emergere di vincoli legislativi e regolamentari quale ruolo assume oggi il progettista?
Architetto 4.0
Anzitutto sostenibilità, ambiente e energia, al di là di ogni altra considerazione, sono risorse e prospettive di lavoro per tutti i professionisti, ha subito messo in luce Daniele Menichini. Presidente dell’Ordine degli Architetti di Livorno. Parole che sono piaciute subito all'audience visti i tempi di crisi per l'edilizia. Per diffondere la cultura della qualità, della responsabilità e del progetto integrato il Consiglio Nazionale degli Architetti ha costituito un Gruppo operativo ad hoc che ha iniziato a operare partendo dalle Policy Positions dell’ACE-Architects of Europe. Membro di tale Gruppo, Menichini ne ha sottolineato gli ambiti operativi: rigenerazione urbana sostenibile, recupero ed efficientamento del patrimonio edilizio esistente, nuove tecnologie costruttive, edifici NZEB, senza dimenticare i protocolli ambientali, il labeling e il BIM. Esattamente il filone di pensiero dei Convegni The Next Building.
Un esempio di buona pratica nella promozione della cultura della sostenibilità, ha messo in evidenza Menichini, è quanto realizzato dal DIPSE -Dipartimento Progetto Sostenibile ed efficienza energetica dell’Ordine degli Architetti di Roma presieduto dall’arch. Patrizia Colletta cui sono spettate di diritto le conclusioni del Convegno. Il progettista deve riconfigurare il proprio ruolo accettando le sfide che gli si pongono di fronte e deve riacquisire una leadership tecnica e culturale diventando un Architetto 4.0. Tre sono le frontiere di fronte all’architetto: l’innovazione, la digitalizzazione, la resilienza ambientale. Una grande sfida che il progettista di oggi deve affrontare altrimenti perde la strada del futuro. Sempre Colletta: “La ricerca sta facendo passi da gigante. La Smart City ci impone di lavorare con nuovi occhi. Il nostro compito è progettare e realizzare edifici sostenibili e più sicuri. Senza dimenticare la cultura della prevenzione”.
A conclusione dell’incontro vengono a mente le parole iniziali dell’arch. Alessandro Ridolfi, Presidente dell’Ordine romano sulla necessità di creare un’agenda della sostenibilità per la Capitale: “La sostenibilità impone che l’architetto si assuma il ruolo di ‘medico’ della città. È innegabile: oggi siamo in difficoltà. Si impone qui quel salto di coscienza che è avvenuto a Milano. Occorre che noi si torni a credere nella nostra città”. Un invito che si potrebbe tranquillamente estendere a ogni città d'Italia.
L'attenzione e gli applausi che hanno accolto tutti i relatori fanno ben sperare.
Il prossimo Convegno di The Next Building si tiene a fine aprile a Napoli in collaborazione con la Università Federico II.
(eb)
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