La Torre Velasca, iconico grattacielo milanese, torna a splendere grazie a un'importante opera di riqualificazione e una mostra dedicata, riportandola al centro della scena culturale di Milano. Questa rinascita testimonia l'importanza di preservare e valorizzare il patrimonio architettonico italiano, celebrando un simbolo della ricostruzione post-bellica della città.
Il convegno “(A new) Torre Velasca? I grattacieli milanesi fra storia e progetto”, svoltosi alla Triennale di Milano, ha anticipato l’inaugurazione della mostra dedicata presso il MAXXI di Roma (dal 24 ottobre 2024 al 23 febbraio 2025) e la conclusione dei lavori di riqualificazione, prevista per novembre. L’evento, curato da Damiano Iacobone e Alessandra Coppa del Politecnico di Milano, ha rinnovato l’attenzione su uno dei grattacieli più emblematici della città, progettato dallo studio BBPR (Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers) negli anni ’50.
La riqualificazione della Torre Velasca è stata un’operazione complessa che ha richiesto due anni di progettazione e tre anni di lavori, includendo analisi materiche, studi documentali e coordinamento con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Milano. Il restauro ha riportato alla luce il particolare colore rosa-grigio della facciata, grazie a un intonaco realizzato con un legante sviluppato da Mapei, chiamato appositamente “Velasca”. L’intervento ha rispettato la “sensibilità spaziale” del progetto originario, mantenendo i caratteri compositivi della facciata, l’architettura interna e l’integrazione con la città.
La riqualificazione include anche la definizione di una nuova piazza antistante alla torre, ora accessibile ai pedoni e arricchita con aree verdi, panchine e lampioni. Questo spazio esalta la monumentalità della Torre Velasca e favorisce un legame diretto con l’ambiente urbano circostante.
Il grattacielo più dibattuto d’Europa
Considerata l’opera maggiore dello studio BBPR, la Torre Velasca fu oggetto di critiche fin dalla sua inaugurazione, in particolare al CIAM (Congressi Internazionali di Architettura Moderna) nel 1959. La struttura fu vista come rappresentativa di un’architettura italiana ispirata alle “preesistenze ambientali” di Ernesto Nathan Rogers, in contrasto con il rigore razionalista internazionale. La forma “a fungo” della torre e il reticolo strutturale a vista sono oggi caratteristiche distintive che la rendono unica nello skyline di Milano.
Innovazioni tecniche e design originale
Il design della Torre Velasca riflette l’evoluzione del linguaggio architettonico degli anni ’50, dai concetti del curtain wall a una struttura più articolata e densa, culminando in un corpo in aggetto sorretto da costoloni in calcestruzzo. La disposizione delle finestre e l’uso di serramenti in alluminio anodizzato evidenziano le aperture, creando un’illuminazione interna funzionale e distintiva. Ai piani superiori, le logge e le finestre più ampie sottolineano la diversa destinazione d’uso residenziale.
Caratteristiche dei serramenti di Torre Velasca
I serramenti originali della torre, innovativi per l’epoca, sono in alluminio anodizzato con tapparelle orientabili integrate, che garantiscono protezione dai raggi solari e isolamento termico. Il sistema Rotor prevede finestre con apertura a bilico orizzontale, che migliorano l’illuminazione e assicurano ampie vedute.
La riqualificazione della Torre Velasca rappresenta quindi un passo fondamentale per preservare e valorizzare uno dei simboli architettonici di Milano, restituendo alla città un edificio che continua a raccontare la storia e l’evoluzione del design italiano.
Restauro Torre Velasca e nuova piazza
Realizzazione: 2020-2024
Committente: Hines European Value Fund (HEVF) come investitore del fondo HEVF Milan 1, attualmente gestito da Prelios SGR e proprietario di Torre Velasca
Development manager: Hines Italy
Progetto di restauro architettonico: Asti Architetti
Progetto restauro facciate e autorizzazioni Soprintendenza: Asti Architetti – CEAS
DL restauro facciate e strutture: CEAS
Progetto e DL impianti, ingegneria acustica, lighting design, progettazione antincendio, consulenza energetica e certificazioni LEED & Wirescore: ESA Engineering
Progetto esecutivo restauro architettonico: Studio Fontana
Direzione lavori generale: Jacobs Italia
Serramenti: Schüco e Metra Building
Curtisa
Negli anni Cinquanta, l’azienda Curtisa, attiva dal 1929 al 1981 e già nota per la produzione e installazione di infissi in ferrofinestra, introdusse in Italia la commercializzazione delle leghe di alluminio per i serramenti, con profili ispirati alle sperimentazioni già in corso all’estero da alcuni decenni. L’esperienza acquisita nella produzione di serramenti in ferrofinestra, caratterizzati dalla completezza del profilo, che non necessitava di assemblaggi, semplificava le operazioni di montaggio, riduceva il peso e offriva indeformabilità, durabilità, limitazione dei fenomeni ossidativi, sottigliezza dei profili e incombustibilità, venne successivamente estesa agli infissi in alluminio. Questi ultimi presentavano un miglior isolamento termico grazie alla cavità dei profili. Molti dei sistemi Curtisa furono scelti per opere emblematiche dell’architettura italiana, come la Torre Velasca e il Grattacielo Pirelli.
Identikit
Realizzazione: Torre Velasca
Progettazione: 1950-1955
Realizzazione: 1956-1958
Committente: Rice – Ricostruzione Comparti Edilizi (1950-1955)
Progetto: BBPR
Direzione lavori: Studio Rivolta e Orlandini
Progetto strutture: Arturo Danusso
Esecuzione e D.L.: Sogene – Società Generale Immobiliare
Serramenti: Infissi Curtisa
a cura di Margherita Toffolon
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere