Proseguono le preoccupazioni per l’andamento del comparto edile, anche se i dati Enea sono piuttosto confortanti, in un quadro generale nel quale le aziende stanno incontrando non pochi problemi per la transizione green
La strada della transizione green ormai è tracciata e l’Europa prosegue in questa direzione anche se alcune dinamiche risultano più complicate del previsto. In questa ultima settimana, in particolare, le difficoltà si sono palesate chiaramente
Report Enea Superbonus, raggiunti i 107 miliardi
Gli investimenti ammessi a detrazione per il Superbonus (che potrà essere utilizzato con aliquota al 70% nel 2024 e 65% nel 2025) hanno raggiunto al 31 gennaio i 107 miliardi di euro (rispetto i 102,7 miliardi a dicembre 2023). Il numero degli interventi conclusi è del 91,6% pari a 98 miliardi di euro di agevolazioni, mentre sono 471.778 gli edifici coinvolti (+10.345 rispetto a dicembre 2023). L’avanzamento medio dei cantieri cambia secondo il tipo di immobile e vede i condomìni a far registrare la quota più alta di utilizzo.
Questo lo scenario fotografato dal nuovo report di Enea sul Superbonus, che comprende non solo l’apertura di nuovi cantieri ma anche l’aggiornamento del deposito delle asseverazioni, per il quale ci sono a disposizione 90 giorni. Questo significa che bisognerà aspettare fine marzo per avere la cifra reale totale sul 2023.
Forte preoccupazione e segnali di speranza nell’edilizia
Federcepicostruzioni esprime preoccupazione per la difficile congiuntura che sta attraversando il comparto delle costruzioni.
Inflazione, tassi di interesse, costi energetici in aumento e lo scenario internazionale instabile sono un mix di fattori che alimentano il clima di incertezza e prudenza che si riflette anche sul settore costruzioni. Un trend preoccupante, evidenziato anche dai dati del 96th Euroconstruct Italy Report – Winter 2023, pubblicato dal Cresme e commentato da Antonio Lombardi, presidente nazionale di Federcepicostruzioni.
“Lo studio delinea uno scenario di sostanziale passaggio dalla stagnazione del 2023, a una di recessione a partire dal 2024. Dopo due anni di crescita costante, tutti i segmenti dell’industria edile stanno affrontando un momento di estrema difficoltà, con una previsione di contrazione stimata dal Cresme nell’ordine del 7,3% nel 2024”. Lombardi intravede anche segnali di speranza per il comparto “soprattutto nel settore delle opere pubbliche, che si configura come il motore trainante dell’edilizia nei prossimi anni. Gli investimenti in opere pubbliche, nonostante le complesse sfide temporali legate ai cronoprogrammi del PNRR, mostrano una tendenza positiva, fornendo una prospettiva di crescita nel biennio 2025-2026”.
Ok per tir ecologici, sostenibilità aziendale rimandata
I tir (e autobus) dovranno tagliare le emissioni del 45% entro il 2030, del 65% al 2035 e del 90% al 2040. Al meeting Coreper (organo che riunisce i 27 ambasciatori Ue) è stato approvato il testo del regolamento CO2 Hdv (Heavy-duty vehicle), che prevede nuove regole sulle emissioni dei nuovi mezzi pesanti per abbattere la CO2 prodotta nel prossimo decennio e raggiungere la neutralità carbonica come previsto dal Green Deal. I target di riduzione, definiti in base alle categorie dei veicoli, coinvolgono il trasporto della maggior parte delle merci nel continente europeo, che stando ai dati dell’Ong Transport & Environment vale il 6% delle emissioni di gas serra nella Ue.
All’Italia servirà un piano incentivi importante per adeguarsi al regolamento in arrivo, dal momento che l’autotrasporto è tra i più vecchi d’Europa, e oltre la metà è composto da veicoli di classe inferiore all’euro IV.
A Bruxelles non è stato invece ancora raggiunto un accordo tra i governi sulla direttiva Corporate Sustainability Due Diligence Directive. La CSDD impone obblighi alle imprese più grandi (con oltre 500 dipendenti e un fatturato netto globale superiore a 150 milioni di euro) per garantire la sostenibilità nelle loro catene di approvvigionamento, in termini ambientali e di rispetto dei diritti umani. Alcuni Stati membri, fra i quali l’Italia, avevano annunciato la loro astensione, la presidenza belga ha quindi preferito rinviare la votazione a data da destinarsi in modo da evitare la bocciatura.
Professionisti green cercasi
La transizione green accelererà la trasformazione verde delle aziende e creerà 30 milioni di nuovi posti di lavoro nel mondo entro il 2030, secondo il report “Building Competitive Advantage with a People-First Green Business Transformation” di ManpowerGroup presentato al World Economic Forum di Davos (Svizzera). L’indagine ha coinvolto circa 40.000 datori di lavoro e oltre 5.000 persone in 41 Paesi, per offrire informazioni e tendenze sul mondo del lavoro. In particolare, dalla ricerca emerge che le aziende sono in difficoltà, il 94% non ha i professionisti necessari e il 75% non trova i talenti di cui ha bisogno per raggiungere i propri obiettivi Esg. L’Italia è tra i paesi dove risulta forte il gap di competenze. Le aziende di tutti i settori pianificano di assumere talenti nell’ambito dei “green jobs”. Manpower ha dichiarato di avere oltre 2.000 posizioni “verdi” aperte negli ambiti di maggiore impatto sul green, ad esempio tra le figure più ricercate nel settore dell’efficientamento energetico troviamo tecnici manutentori, ingegneri delle infrastrutture e progettisti di impianti. Per soddisfare questa crescente domanda occorre investire non solo sulla formazione di nuovi talenti, ma anche in modo adeguato sulla riqualificazione e sull’aggiornamento dei professionisti per dotarli delle competenze più richieste.
Le imprese europee chiedono procedure più snelle
“Le lunghe e complesse procedure di autorizzazione industriale rappresentano un ostacolo per le trasformazioni verdi e digitali delle aziende e per la competitività globale dell’Unione europea”, ha dichiarato il presidente di Business Europe Fredrik Persson. L’associazione industriale europea denuncia le lungaggini burocratiche nella Ue per ottenere i permessi (in media tra uno e sei anni). Per l’83% delle 240 imprese interpellate, tra maggio e giugno del 2023 in 21 Paesi Ue, i processi di autorizzazione lunghi e obsoleti sono un ostacolo all’investimento.
Business Europe ritiene che per sostenere la crescita e la trasformazione delle aziende in settori cruciali come quello verde e quello digitale sia fondamentale snellire in tempi rapidi le procedure delle autorizzazioni, e nella prossima legislatura Ue propone di adottare nuove misure per il futuro dell’industria in Europa.
Accordo Ance-Cndcec
L’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) e il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Cndcec) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per valutare l’impatto sulle imprese del settore delle costruzioni dei nuovi obblighi sugli assetti organizzativi, amministrativi e contabili richiesti dalle recenti novità introdotte dal Codice civile e dal Codice della crisi d’impresa.
L’accordo siglato dai presidenti Ance e Cndcec, Federica Brancaccio ed Elbano de Nuccio, prevede un servizio on-line per le imprese associate all’Ance, la cui attività è caratterizzata da cicli di produzione pluriennali e da differenti tipologie di lavorazioni. Il test on-line consentirà di valutare in che modo le aziende si stanno adattando ai nuovi assetti aziendali in funzione anticrisi fornendo, tramite un software, una valutazione immediata sulla base delle informazioni inserite.
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