E’ veramente attribuibile al Superbonus buona parte delle truffe dei crediti inesistenti? Draghi e Franco lo credono veramente. Il Movimento 5 Stelle si ribella: Solo il 3% delle frodi spetta a interventi di Superbonus. E invita a considerare i dati della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate: quasi metà (46%) delle truffe sono imputabili al Bonus Facciate.
La conferenza stampa di ieri sera di Draghi e Franco per la parte riservata al Superbonus e alle truffe dei crediti inesistenti è stata davvero spettacolare. Il premier e il ministro dell’Economia hanno sempre mal sopportato il Superbonus e probabilmente anche i bonus edilizi “minori”.
Cessioni dei crediti senza controlli
Mario Draghi è andato giù duro come non mai: “Non è che l’edilizia non funziona senza Superbonus. Chi più tuona sul Superbonus, sulla necessità che le frodi non contino e che si vada avanti lo stesso, sono quelli che hanno scritto la legge che permette di fare lavori senza controlli. Su un depliant delle Poste c’è scritto che non è necessario presentare alcuna documentazione, che è sufficiente verificare di essere titolari del credito. Se ci troviamo in questa situazione è perché si è voluto costruire un sistema con pochissimi controlli”.
E Franco implacabile a ruota: “Le truffe sul Superbonus sono tra le più grandi mai viste”. Dimenticando che chi doveva controllare i flussi delle cessioni dei crediti, ovvero l’Agenzia delle Entrate, che dipende dal Ministero dell’Economia e Finanze (ovvero lui stesso), non ha controllato.
Le truffe sul Superbonus? solo 3%
Durissima la replica dell’esponente M5S Riccardo Fraccaro, che nelle vesti di sottosegretario alla presidenza del Consiglio all’epoca del governo Conte2, è stato il grande fautore del Superbonus. Fraccaro tira fuori i denti e le cifre: “Draghi sbaglia due volte: la prima perché fa di tutta un’erba un fascio confondendo il Superbonus con tutti gli altri bonus. La seconda perché riconduce tutte le truffe al solo Superbonus 110%. Come confermato dal ministro Franco le truffe sono quasi esclusivamente relative ad altri bonus. Alla luce di queste dichiarazioni viene meno ogni alibi. Il governo lavori subito per far ripartire i cantieri del Superbonus bloccato ormai da troppe settimane”. E anche il ministro Patuanelli, compagno di movimento di Fraccaro, ribadisce un’identica replica dalla sua pagina FB.
Le truffe dove
Le cifre delle truffe, allo stato del 31 dicembre, sono quelle rappresentate nella tabella qui sotto fornita dall’Agenzia delle Entrate nel corso dell’audizione in Senato del direttore Ruffini di un paio di giorni fa (vedi news).
Il 46% delle truffe (totale 4,4 miliardi) sarebbe attribuibile a frodi attorno al Bonus Facciate. Seguono, buone seconde, quelle attorno al Eco-bonus con il 34%. Quindi il Bonus Locazioni (9%), il Sisma-bonus con l’8% e, ultimo, il Superbonus che si vede attribuire il 3% delle truffe.
Quando alle truffe da Eco-bonus, occorrerebbero altri dati di approfondimento perché di Eco-bonus ve ne sono ben 6 distinguibili per le percentuali di detrazioni: 50%, 65%, 70%, 75%, 80% e 85%. Manca nella tabella fornita dai rilievi della Guarda di Finanza ogni riferimento al Bonus Casa o Bonus Ristrutturazione. Il che ci pare quanto meno curioso.
Altrettanto curiosa ci appare l’osservazione di Draghi che le Poste avevano posto in essere un sistema di cessione dei crediti senza controlli. E le Poste dipendono dal Ministero dell’economia e dalla Cassa Depositi e Prestiti. Di fatto è un’osservazione che diventa un boomerang per le istituzioni.
Che riprendano le cessioni dei crediti!
Al di là delle liti quello che conta, come dice il ministro Franco, è che “si riprenda l’attività, che tutti gli intermediari tornino ad accettare le richieste e che il mercato riparta in modo più sicuro di prima. Asseverazione, controllo ex ante dell’Agenzia delle entrate, limiti al numero di cessioni dei crediti, vanno tutti nella direzione di assicurare certezza agli operatori”. E quindi via libera alla modifica dell’articolo 28 del Sostegni ter. Il che è la priorità delle priorità in questo momento
L’importante in questo momento è che Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti riprendano, con gli opportuni controlli, a far fluire il denaro alle imprese con l’acquisto dei crediti fiscali. Un discorso che vale anche per le piccole banche sul territorio.
a cura di Ennio Braicovich
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