L’Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy appoggia il Governo nella richiesta di etichettatura obbligatoria sulla provenienza dei prodotti in commercio nell’ Unione Europea approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento Europeo
La Commissione europea decide il 6 maggio se stralciare o meno il ‘Made in” cioè l’etichetta obbligatoria d’origine dei prodotti commercializzati nella UE dalla proposta di Art. 7 del Regolamento sulla tutela dei consumatori. Il Governo italiano, sostenuto da Confindustria e da tante Associazioni imprenditoriali, ha da tempo chiesto alla Commissione di non tralasciare una misura che era stata approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento europeo: 485 voti favorevoli contro 139 contrari.
All’etichettatura di provenienza dei prodotti immessi sul mercato dell’Unione europea si sta opponendo un largo fronte di paesi del Nord e del Centro Europa, che hanno oramai poche industrie o che, pur avendo una ottima base industriale, importano molti beni extra UE. A favore dell’indicazione d’origine sui prodotti vi è invece un esteso fronte di produttori manifatturieri del Sud Europa che lotta per far rispettare la volontà del Parlamento europeo.
Punta il dito contro l’impasse in sede europea Laura Michelini, neo-presidente di Anfit, l’Associazione nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy: “Appoggiamo pienamente l’azione del Governo italiano a tutela del cosiddetto “Made in”. Come avviene in tanti altri Paesi come USA, Giappone e Cina, tanto per fare qualche esempio, la tutela dei consumatori passa anche attraverso l’indicazione obbligatoria della provenienza dei prodotti”.
A questo proposito, da qualche mese, i soci Anfit hanno iniziato a indicare sull’Etichetta Energetica delle proprie finestre anche la provenienza degli infissi mediante l’apposizione della scritta “Prodotto in Italia”. Un obbligo per gli aderenti all’Associazione per la Tutela della Finestra Made in Italy.
“Con la doppia iniziativa ”Energy Label e indicazione d’origine” – conclude Michelini – intendiamo anticipare non solo la prossima Etichettatura Energetica ma anche quella che ci auguriamo sarà la decisione del Consiglio e della Commissione europei. La tutela dei consumatori e la loro libertà di scelta passa anche attraverso l’indicazione di origine dei prodotti, specie se questa è stata la volontà assolutamente maggioritaria del Parlamento Europeo”
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