Per valutare l’impatto sull’ambiente di un prodotto vi sono numerose procedure adottabili ma la più riconosciuta a livello internazionale è certamente la norma ISO 14042 “Gestione ambientale – Valutazione del ciclo di vita – Valutazione dell’impatto del ciclo di vita”.
La norma 14042 ha lo scopo di convertire i dati elaborati sui materiali e i relativi processi in potenziali impatti ambientali utilizzando la procedura LCIA (life cycle inventory analysis).
Vengono quantificati e valutati i possibili effetti nocivi sulla salute e sull’ambiente prodotti dall’oggetto dell’analisi nel corso del suo intero ciclo di vita.
Il procedimento per questo tipo di conversione è piuttosto complesso ed è caratterizzato da sei fasi:
– Definizione delle categorie di impatto secondo cui vengono identificate le tipologie di impatto ambientale indagate dal sistema di valutazione
– Classificazione: fase nella quale i dati raccolti nell’inventario vengono assegnati ad una o più categorie di impatto ambientale
– Identificazione delle emissioni e delle risorse nelle categorie di impatto: i dati raccolti in precedenza vengono ora convertiti in contributi relativi alle categorie di impatto. Ogni singola sostanza emessa o risorsa utilizzata, moltiplicandola per i fattori di caratterizzazione, fornisce come risultato finale il profilo ambientale del prodotto
– Damage assessment: i valori del danno dovuto alle categorie di impatto vengono moltiplicati per i fattori di damage assessment e sommati nelle rispettive categorie di danno
– Normalizzazione: i valori ottenuti nelle fasi precedenti vengono normalizzati cioè divisi per i valori di riferimento rappresentati dai dati medi elaborati su scala mondiale, regionale o europea e riferiti ad un determinato periodo di tempo. Attraverso questa fase è possibile stabilire l’intensità dell’impatto ambientale del sistema studiato rispetto alla media
– Valutazione: i valori degli effetti moltiplicati per i fattori di “peso”, i coefficienti esprimono l’importanza relativa attribuita alle differenti tipologie di impatto a seconda della criticità.
Esistono diversi metodi di valutazione tra cui i principali sono: il metodo olandese degli eco-indicatori Eco-indicator 99, il metodo svedese EPS 2000, il metodo danese EDIP e il metodo IMPACT 2002+ elaborato in Svizzera.
In Eco-indicator, EPS 2000 e IMPACT i danni vengono classificati in categorie di impatto, a loro volta raggruppate in categorie di danno, con il metodo EDIP invece i danni vengono classificati soltanto in categorie di impatto.
Mediante l’operazione di caratterizzazione, di damage assessment e normalizzazione, nei quattro metodi elencati si ottengono valori adimensionali (punti) che rappresentano l’impatto ambientale associato al prodotto.
Anche il serramento, l’avvolgibile , la persiana o la porta sono state analizzate con il sistema di valutazione sopra descritto permettendo così a molte aziende di definire e divulgare una etichetta ambientale affidabile e riconosciuta.
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