Ci ha lasciati Ugo Avvanzini, creatore di accessori per serramenti in alluminio ma anche grande amante dell’arte e uomo di associazione
Ugo Avvanzini, creatore di accessori per serramenti in alluminio, non c’è più. Ci ha lasciati uno dei maggiori protagonisti della storia dei serramenti in alluminio a cavallo dei due secoli. Uomo d’accessorio – aveva fondato nel 1974 la Erreti di Bagnara di Romagna – ma anche uomo di serramenti, in particolare di alluminio, uomo d’arte e uomo d’associazione.
Nel 1988 Ugo balza all’improvviso all’attenzione generale presentando la maniglia Corinne dalle forme fluide, esili, elegantissime. Venne alla redazione di Finestra a presentarcela, avvolta in semplice carta velina. Quasi in segreto. Renata, io e i ragazzi di redazione fummo subito affascinati. Non avemmo bisogno di dire tante parole. Una maniglia geniale anche nella sua concezione tecnologica perché nata da estrusi in alluminio e non da pressofusione, come erano la totalità delle maniglie di allora. Tristissime, tutte uguali, tutte omologate, poche originali e tante copiate.
Corinne rappresentò allora il geniale salto di classe, uno shock positivo per un settore divenuto importante ma allora poco capace di esprimere bellezza. E la bellezza era la dote universalmente riconosciuta a quella maniglia, dal tocco così raffinato ribadito anche nella dolcezza del nome. E dopo, di maniglie ne vennero tante altre: frutto di lavori di scuole d’arte, elaborazioni di designer o semplicemente creazioni interne di fabbrica. Molte erano sperimentazioni. Certo, l’imprinting non le faceva destinate al grande mercato del serramento in alluminio che premiava e premia tuttora prodotti più semplici. Ma Corinne rimase unica nel cuore di molti.
Ugo, collezionista d’arte, cercava in ogni modo di stimolare i progettisti di sistemi in alluminio a sviluppare nuove idee e forme innovative. Ricordo che per anni fustigava, lui uomo dell’alluminio, quei serramenti in lega leggera pesanti, grossi, anzi grossolani, così diceva, che riempivano i nostri centri città. Non dimentichiamo che quelli erano gli anni in cui perfino un noto regista come Woody Allen in un film minacciava le pene dell’inferno l’inventore dei serramenti in alluminio anodizzato.
Quando passeggiavamo in centro Bologna in occasione dell’oggi mitico Saiedue mi indicava con orrore i serramenti delle porte delle banche. Invece lodava e citava come esempio di bellezza le forme esili dei serramenti in acciaio. In effetti, oggi ad almeno 20 anni di distanza da quelle sue parole profetiche assistiamo al diffondersi a macchia d’olio dei serramenti minimal. In alluminio. Il settore gli dovrebbe essere grato per quell’intuizione così geniale che oggi è mercato. Chapeau!
La passione per le sorti del settore lo avvicinò all’Uncsaal, l’associazione di settore, di cui divenne esponente di spicco per diversi anni. E anche in Unicmi, erede di Uncsaal, si prodigò con impegno e disinteresse a favore delle attività associative.
Chiuso il ciclo di Erreti per causa di forza maggiore, Ugo si dedicò alla sua vera passione di sempre: l’arte. Alla famiglia l’affetto della Redazione
a cura di Ennio Braicovich
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