In vista delle elezioni politiche generali hanno presentato in modo unitario alla politica e alla pubblica opinione il Manifesto della filiera per rilanciare il settore delle costruzioni
Occorre rilanciare il settore delle costruzioni che rappresentano un grande motore economico del Paese. Le costruzioni oggi rappresentano l’8% del Pil nazionale, dopo 10 anni di crisi che hanno fatto perdere 600 mila posti di lavoro. Ogni miliardo di euro investito nelle costruzioni genera 3,5 miliardi di ricaduta e crea 15.500 posti di lavoro. E ha una fortissima ricaduta sul mercato interno in quanto il 97% degli acquisti viene effettuato internamente favorendo il Made in Italy.
In vista delle prossime elezioni politiche, per rilanciare il settore delle costruzioni Ance, Legacoop produzione e servizi, Anaepa Confartigianato edilizia, Cna Costruzioni, Fiae Casartigiani, Claai, Aniem, Confapi Aniem, Oice e Consiglio nazionale degli ingegneri hanno presentato in modo unitario alla politica e alla pubblica opinione il Manifesto della filiera.
Al centro del documento (vedi allegato) un elenco di priorità e di interventi necessari per rimettere in moto un’industria in grado di far crescere l’Italia di mezzo punto percentuale in più all’anno, di creare nuova occupazione – anche recuperando i 600 mila posti di lavoro persi negli anni della crisi – e di accelerare la ripresa economica.
L’obiettivo, come ha dichiarato il presidente dell’Ance Gabriele Buia, è creare le condizioni per superare una crisi che è ormai “una crisi di sistema”, e che ha impedito al settore di agganciare la ripresa che invece ha riguardato altri comparti produttivi. Proprio per questo, ha detto ancora Buia, “se il Paese vuole veramente tornare a crescere e si vuole creare occupazione sul territorio in modo stabile”, adesso è più che mai necessario, che “la politica e chi sarà chiamato a governare nei prossimi anni ci ascolti e traduca in provvedimenti operativi le nostre proposte”.
Dieci i grandi temi strategici sui quali la filiera delle costruzioni ha chiesto azioni e impegni concreti.
In primo luogo il rilancio delle infrastrutture, eliminando gli ostacoli che finora hanno impedito la trasformazione degli stanziamenti in cantieri, e la richiesta di rivedere il Codice degli appalti, che non è riuscito a imprimere il tanto atteso cambio di passo. E, ancora, sostenibilità, economia circolare e rigenerazione urbana, con progetti e visioni concrete, anche sul fronte fiscale, per favorire il recupero delle aree degradate e la riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano.
Centrali anche gli interventi sollecitati in tema di lavoro e di sicurezza dei lavoratori ma, soprattutto, la richiesta forte che è venuta da parte di tutta la filiera è quella che venga finalmente varata una vera politica industriale per le costruzioni, capace non solo di restituire competitività al settore ma anche di favorirne i necessari processi di rinnovamento.
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