Il Joint Center for Housing Studies (JCHS) dell'Università di Harvard ha pubblicato uno studio intitolato Emerging Trends in the Remodeling Market, un'analisi della situazione del mercato delle ristrutturazioni negli Stati Uniti con dati aggiornati al 2013.
Continua il flusso di notizie positive che giungono da oltreoceano. Lo scrive nella sua newsletter mensile l’analista di mercato Donato Grosser (www.grosserconsulting.com). Secondo uno studio dell’Università di Harward intitolato ‘Emerging Trends in the Remodeling Market’ con un giro d?affari di quasi 300 miliardi di dollari, l’industria della ristrutturazione delle abitazioni genera circa l’1,8% dell’attività economica degli U.S.A.
In generale il settore ha retto meglio la crisi rispetto al più vasto mercato delle costruzioni, con una spesa calata del 13% dal picco massimo alla punta minima in contrasto con la spesa in costruzioni residenziali crollata di più del 60%. Questo è avvenuto per due ragioni: negli Stati Uniti vi sono 130 milioni di case che richiedono regolari investimenti; inoltre molte famiglie che avrebbero desiderato vendere la loro casa per acquistarne una di maggior valore durante la recessione hanno invece optato per dei lavori di miglioramento.
Nel 2013, su un totale si spesa per miglioramenti di 298 miliardi di dollari, quelli fatti dai proprietari di casa (192 miliardi di dollari) hanno costituito quasi il 65% del totale. Si è trattato di una percentuale inferiore al massimo storico del 70% nel 2007 ma superiore al livello di 281
miliardi nel 2011 durante la recessione. Nel contempo, però, la spesa per manutenzione è salita a 52 miliardi di dollari. Le spese per miglioramenti e manutenzione di abitazioni in affitto sono state di 54 miliardi di dollari.
Sul totale di spesa per miglioramenti di 192 miliardi di dollari, quella per progetti discrezionali (discretionary projects) è stata di $ 58 miliardi, pari 30,3% del totale, di cui il 9,5% per migliorie nelle cucine, il 7,7% nei bagni e il 13,1% in altri vani. Questa categoria include le ristrutturazioni e gli ampliamenti di grossa portata che migliorano lo stile di vita, ma che non sono essenziali e possono essere rimandate quando le condizioni economiche sono incerte. Il saldo di 134 miliardi di dollari è stato per progetti necessari per la sicurezza e il corretto funzionamento dell?abitazione come tetti, rivestimenti laterali, finestre, porte esterne, pavimenti, pareti e soffitti.
La spesa per rifacimenti è maggiore tra le persone di età compresa tra 35 e 55 anni, periodo durante il quale la dimensione e il reddito delle famiglie sono solitamente in crescita. Nel 2013 i proprietari di casa in questa fascia di età hanno speso in media il 30% in più rispetto al resto della popolazione. Infine, da un punto di vista geografico, la stragrande maggioranza della spesa (l?81%) avviene nelle aree metropolitane, principalmente a causa di un reddito maggiore e di un valore più alto delle abitazioni.
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