Progetti

Valtorta 52, la ristrutturazione hard retrofitting

Le ristrutturazioni profonde, dette anche "hard retrofit", stanno rivoluzionando il panorama edilizio, trasformando edifici datati in strutture all'avanguardia, con prestazioni energetiche paragonabili a quelle di un nuovo immobile a energia quasi zero. Un esempio emblematico di questo tipo di intervento è il progetto di Via Valtorta 52 a Milano, realizzato dalla società di architettura Park Associati.

Il progetto di Via Valtorta 52 è stato definito da Park Associati come un intervento di “hard retrofitting”, termine che sta guadagnando popolarità in tutta Europa. Questo tipo di intervento è cruciale per riqualificare il parco edilizio esistente, spesso caratterizzato da pessime prestazioni energetiche. L’obiettivo è ambizioso: ridurre drasticamente i consumi energetici e le emissioni di gas serra degli edifici.

L’edilizia è uno dei settori più critici nella lotta alla decarbonizzazione. La maggior parte degli edifici in Italia ha più di 50 anni e necessita di interventi radicali per migliorare le proprie performance energetiche. La riqualificazione degli edifici esistenti è quindi una priorità imprescindibile, non solo per ridurre l’impatto ambientale ma anche per adeguarsi alle normative europee che impongono standard sempre più severi.

Il nocciolo della questione, però, non riguarda tanto l’esigenza di intervenire o meno, ma piuttosto di come e quando farlo. In sostanza, la necessità di un cambio di passo è ormai assodata e sono già diversi anni che l’edilizia cerca di tingersi di “verde”, ma la strada da percorrere è ancora molto lunga e, soprattutto, non sempre semplice.

Un nuovo edificio a basso consumo energetico è una scelta ormai obbligata in Italia, anche da un punto di vista normativo. Costruire bene nuovi immobili, però, non è sufficiente, dato che la maggior parte del patrimonio edilizio nazionale ha più di 50 anni e si connota per prestazioni energetiche pessime e criticità significative. Per questo motivo, negli ultimi anni, hanno assunto un rilievo sempre maggiore gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione, fino a parlare di retrofit, che mira a una vera e propria rivoluzione dell’edificio e delle relative performance.

Gli interventi di “deep retrofit” o “hard retrofit”, in particolare, sono quelle opere di ristrutturazione profonda, eseguite con un approccio globale al sistema edificio, che permettono di raggiungere le prestazioni di un nZEB. Si tratta di un concetto introdotto dalla direttiva EPBD (2010/31/EU), recepita in Italia dal DL 63/2013, convertito in legge n.90/2013, ma è il DM 26 giugno 2015 a definire un “edificio a energia quasi zero” come una costruzione (sia nuova, che esistente) che combina elevata efficienza energetica e un fabbisogno quasi nullo, con la produzione di energia da fonti rinnovabili. Rimane, allora, la domanda relativa al “come” intervenire. La risposta non è semplice, in quanto non esiste un’unica formula vincente, ma piuttosto è necessario attuare azioni di progettazione e pianificazione che includano un complesso di strategie e tecnologie studiate sul singolo caso, che nel loro insieme portano a risultati eccellenti.

In queste dinamiche, l’involucro assolve indubbiamente uno dei compiti principali: presupponendo che un intervento di deep retrofit permetta, come minimo, un risparmio energetico del 60% rispetto alle condizioni originali, è impensabile ottenere il risultato desiderato trascurando le facciate. In sostanza, la riqualificazione dell’involucro può essere considerata “obbligatoria” per attuare una ristrutturazione profonda dell’edificio. Per quanto non sia l’unica, quindi, è un’opera inevitabilmente protagonista di un intervento di retrofit, da considerare indispensabile e strategica per la riuscita del progetto. Ciò rende essenziale lo studio della soluzione perfetta per l’edificio oggetto di recupero, bilanciando composizione architettonica, tecnologia e innovazione.

Il progetto di Valtorta 52

Il progetto di Park Associati a Via Valtorta 52 mira a rigenerare un complesso per uffici degli anni ’60 situato nel quartiere nord di Milano, una zona in grande trasformazione. Molti edifici realizzati in questa area dopo la seconda metà del secolo scorso si trovano ora a fronteggiare nuove esigenze tecnologiche, funzionali e qualitative. Questo specifico progetto di hard retrofit rappresenta una risposta innovativa a tali sfide, puntando a restituire alla città un edificio rinnovato e altamente performante. Il ripensamento ha coinvolto la facciata e la distribuzione interna, con demolizioni minime ma strategiche, permettendo la creazione di un quarto piano arretrato che ospita una nuova terrazza verde lungo tutto il perimetro. Gli spazi interni sono stati progettati per essere flessibili e funzionali, rispondendo alle esigenze di una possibile utenza diversificata, grazie alla possibilità di occupazione sia mono che pluritenant.

Efficienza energetica e certificazione LEED

Il rifacimento totale dell’involucro è stato centrale per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica. Il progetto è stato iscritto al protocollo di certificazione LEED, classe Core and Shell, per garantire standard elevati di sostenibilità. La nuova pelle dell’edificio, oltre a migliorare le prestazioni termiche, offre un aspetto contemporaneo e trasparente. La facciata, infatti, si sviluppa lungo due strade con linguaggi architettonici distinti ma uniti da un elemento trasversale in alluminio che sottolinea l’orizzontalità dei diversi livelli. Sui fronti strada, i volumi sono rivestiti da una pelle vetrata continua, interrotta solo da elementi prismatici che definiscono la suddivisione verticale della facciata, creando un gioco di trasparenze e opacità.

Materiali innovativi e sostenibili

La scelta dei materiali è stata fondamentale: il metallo, in particolare, è stato selezionato per la sua durabilità, riciclabilità e capacità di conferire all’edificio un carattere contemporaneo. Gli elementi prismatici che caratterizzano la facciata vetrata sono realizzati su misura in alluminio estruso, mentre il laminam, un materiale innovativo composto da due strati di ceramica sottili ma resistenti, è stato utilizzato per il rivestimento del piano terra. Questi materiali contribuiscono alla leggerezza e alla versatilità dell’edificio, riflettendo anche il carattere industriale radicato nell’area.

Dettagli tecnici della facciata

La facciata dell’edificio è realizzata con un sistema a montanti e traversi FWS50 di Schüco, in lega di alluminio con vetro semi-strutturale, noto per le sue elevate prestazioni e flessibilità applicativa. La facciata è ancorata alla sottostruttura portante dell’edificio tramite staffe in acciaio, con regolazioni per tolleranze di montaggio e movimenti relativi dell’edificio. Per ridurre la deformabilità, sono state previste due staffe per ogni piano. Le porzioni di facciata continua sono interrotte da pannelli ciechi orizzontali rivestiti internamente in alluminio con isolante in lana minerale e finitura in cartongesso. La facciata su Via Valtorta si sviluppa su quattro piani, mentre quella su Via Stamira d’Ancona su tre, entrambe fissate tramite ancoraggi puntuali HILTI HST3-M12. I tamponamenti sono costituiti da vetri a camera singola e pannelli coibentati con doppia lamiera zincata, intercapedine d’aria e lana minerale.

Collaborazione e innovazione nei materiali

La realizzazione della nuova facciata ha coinvolto partner qualificati come Schüco e Tecnomont Service, che hanno fornito soluzioni innovative per garantire qualità e prestazioni elevate. La scelta dei materiali è stata fondamentale: il metallo, riciclabile e resistente, è stato utilizzato per creare un effetto contemporaneo e riflettere il carattere industriale dell’area. Gli elementi prismatici che caratterizzano la facciata vetrata sono realizzati su misura in alluminio estruso, mentre il laminam, un materiale innovativo composto da due strati di ceramica sottili ma resistenti, è stato utilizzato per il rivestimento del piano terra. Questi materiali contribuiscono alla leggerezza e alla versatilità dell’edificio, riflettendo anche il carattere industriale radicato nell’area.

Park Associati

Fondato a Milano nel 2000 da Filippo Pagliani e Michele Rossi, Park Associati si occupa di progettazione architettonica, urbanistica, landscape, interior e product design. L’approccio dello studio è aperto, analitico, pragmatico e calibrato, forte della tradizione ma capace di generare nuovi codici linguistici grazie a un processo che combina ascolto, intuizione e sperimentazione. Che sia il nuovo grattacielo della Regione Lombardia, l’headquarter di Luxottica o Salewa, uno spazio domestico, una boutique di lusso di Hermés, Brioni o Canali nel mondo, il retrofitting di un edificio del Moderno milanese o la rigenerazione di un quartiere intero, ogni progetto rappresenta per Park Associati l’occasione di ricercare soluzioni innovative e sartoriali, declinate con qualità e attenzione all’essere umano.

Partner

Tecnomont Service è una società che negli anni si è costruita un solido background tecnico e commerciale, che oggi le permette di essere un solido partner, riconosciuto dal mercato. Le attività e gli ambiti che costituiscono il core business dell’azienda sono: general contract, involucro edilizio, ingegnerizzazione dell’involucro e manutenzioni.

Identikit Valtorta 52

Realizzazione: Valtorta52

Località: Via Valtorta 52, Milano

Studio di progettazione: Park Associati

Team di progetto: Filippo Pagliani, Michele Rossi, Davide Pojaga (Project Director), Luna Pavanello, Ciro Capasso, Marinella Ferrari, Irene Seracca Guerrieri Stefano Venegoni, Xhensila Ogreni

Direzione generale e specialistica dei lavori: Tekne

Tipologia: Riqualificazione edificio per uffici

Anno di realizzazione: 2021-2022

Anno di progetto: 2020

Area: 5.400 m2

Committente: Domo Media Spa

General Contractor: Edil Ferri Spa

Coordinamento della Sicurezza: Tekne

Certificazione LEED: Tekne

Facciate continue: Tecnomont Service

Rivestimento Facciate e Boiserie Hall: Laminam

a cura di Gaia Mussi