La trattazione della UNI 11717-1 relativa alla verniciatura dei serramenti esterni in legno come ultima norma del ciclo è doverosa, in quanto al suo interno non pochi sono i riferimenti alle norme precedentemente trattate.
Si conclude così la serie di articoli dedicati al legno a cura di Samuele Broglio di Confartigianato
Confartigianato è la più grande rete europea di rappresentanza degli interessi e di erogazione di servizi all’artigianato e alle piccole imprese. Nata nel 1946, Confartigianato accompagna l’evoluzione di aziende nelle quali convivono la tradizione di mestieri antichi e l’innovazione di attività che utilizzano tecnologie d’avanguardia. Samuele Brogio, di Confartigianato Legno, nostro Guest Editor del mese di dicembre nel suo ultimo intervento ci parla della verniciatura dei serramenti in legno.
Trattate le norme relative alla qualità e durabilità del legno è naturale conclusione di questo ciclo di articoli la trattazione della norma nazionale relativa alla verniciatura di serramenti esterni; per quanto tale norma sia a oggi in fase di revisione presso la competente commissione normativa ritengo necessario procedere alla sua trattazione anche alla luce del fatto che le modifiche saranno assai presumibilmente di tipo meramente esplicativo e si limiteranno a meglio dettagliare alcuni aspetti senza variare l’impostazione generale del testo; alcune delle posizioni consolidate nella specifica commissione normativa verranno inserite nel testo sotto forma di note.
UNI 11717-1
La trattazione della UNI 11717-1 relativa alla verniciatura dei serramenti esterni in legno come ultima norma del ciclo è doverosa, in quanto al suo interno non pochi sono i riferimenti alle norme precedentemente trattate, cosa questa che avrebbe parzialmente o completamente reso incomprensibile questo articolo se scritto senza preventiva esplicazione delle norme precedenti.
Anzitutto la norma stabilisce chiaramente il suo campo di applicazione, stabilendo nel capitolo 2 che essa è applicabile alla verniciatura di qualsivoglia serramento esterno in legno, sia esso finestra, porta finestra, porta pedonale o oscurante; la norma invece non si applica a:
- finestre da tetto
- porte interne
- porte da garage
- serramenti in materiali misti (p.es legno-alluminio)
- serramenti non eseguiti utilizzando legno
La norma elenca poi i fattori che contribuiscono a rendere durabile la verniciatura di un serramento in legno, che vanno oltre alla semplice qualità della vernice applicata e risultano essere:
- specie legnosa utilizzata per la produzione, che può essere sotto forma di massiccio, lamellare o pannello
- caratteristiche costruttive e di progetto del serramento
- guarnizioni perimetrali e sigillature, che devono essere idonee ad evitare assorbimenti d’acqua
- trattamento superficiale del legno prima della verniciatura
- ciclo di verniciatura, inteso sia come prodotti impiegati che come modalità di applicazione
- livello di esposizione
Per ogni singola tipologia di serramento (finestra, porta pedonale, oscurante in legno massiccio o in pannello) la norma elenca le principali caratteristiche costruttive che contribuiscono a rendere durabile il film di verniciatura.
Le caratteristiche
Qui di seguito si elencheranno brevemente le più importanti caratteristiche relative ad ogni singolo tipo di serramento.
Per quanto riguarda le specie legnose e la qualità del legname utilizzato per la produzione di finestre e porte finestre, la classe minima ammessa per la produzione dei battenti è la J20 secondo UNI EN 942, mentre per la produzione dei telai fissi è ammesso l’utilizzo di legname appartenente alla classe J30, tenendo conto però delle seguenti specificazioni:
- per quanto riguarda il Pino massiccio, data la tipologia degli assortimenti presenti sul mercato, è permessa la presenza di nodi aventi diametro di 30mm su tutti gli elementi, purché sani ed aderenti
- per quanto riguarda il lamellare finger joint è opportuno che tutti gli elementi che compongono la faccia esposta presentino lo stesso tipo di taglio, o tutti a taglio radiale (rigatino) o tutti a taglio tangenziale (fiammato) (Nota: dato il richiamo alla EN 13307-1, la distanza minima tra i singoli giunti a finger non dovrà essere inferiore a 150mm)
- il legno a taglio radiale/rigatino è da considerare preferibile a quello a taglio tangenziale/fiammato data la sua maggiore stabilità
- i nodi sani ed aderenti sono ammessi all’interno della classe di riferimento del componente; i nodi non aderenti sono ammessi solo all’interno delle dimensioni di cui a classe J20 (20 mm di diametro) e solo se rimossi e riparati con appositi tasselli
- le fessurazioni e le sacche di resina sono ammesse solo all’interno delle dimensioni di cui a classe J20 e solo se riparate prima della verniciatura
- le stuccature devono essere eseguite con stucchi idonei all’uso in condizioni di esposizione
- tutti gli incollaggi dei tasselli di riparazione devono avvenire utilizzando adesivi almeno in classe D3 secondo UNI EN 204
Per quanto riguarda la durabilità delle specie legnose utilizzate non è ammesso l’uso di quelle classificate in classe 5 secondo la UNI EN 350 (Nota; il legno di Frassino, spesso oggi usato per la produzione dei serramenti, è in classe 5 secondo UNI EN 350). L’alburno di qualsiasi specie legnosa, a prescindere dalla durabilità di detta specie, è considerato di default in classe 5, come peraltro previsto dalla citata UNI EN 350, ed è quindi da considerare non idoneo all’utilizzo nella faccia esposta agli agenti atmosferici
Data la particolare natura di tali legni, per quanto riguarda il legno di Abete (legno ad alburno non differenziato dal durame) e di Pino (legno con scarso accrescimento) è permessa la presenza di alburno sulla faccia esposta agli agenti atmosferici in ragione del 50% della superficie totale di tale faccia.
Per quanto riguarda le particolarità costruttive finestre e porte finestre dovrebbero presentare le seguenti caratteristiche:
- tutti gli spigoli raggiati con raggio minimo di 3mm
- tutti i piani soggetti a ristagno di acqua con pendenza minima di 10°
- sigillante esterno contenuto in una cava misura 3x3mm, o in alternativa sigillatura esterna eseguita con guarnizione continua termosaldata
- presenza di cava scarico condensa retro vetro di misura minima 3x4mm comunicante con le battute esterne dell’anta (Nota correlata ai lavori di revisione: ciò non è fondamentale in caso di serramenti aventi interspazio tra profili ante e vetro completamente riempito mediante appositi sigillanti p.es silicone, nei quali la condensa retro vetro non è possibile)
- gocciolatoio inferiore in alluminio; in caso di scarico acqua tramite canale di raccolta in legno, per tale elemento si consiglia l’uso di legni in classe 1 o 2
- sigillatura di tutte le parti di legno di testa sottoposte a contatto con acqua, con particolare attenzione a quelle in corrispondenza della zona inferiore anta
- commensure tra montante e traversa ben chiuse e sigillate; particolare attenzione va posta alla sigillatura della raggiatura sul lato esterno dell’anta (Nota correlata ai lavori di revisione: in caso di serramenti a fissaggio meccanico assemblati dopo verniciatura, particolare attenzione dovrà essere data alla continuità del film di vernice, che dovrà rivestire uniformemente tutta la superficie dei singoli elementi, sia montante che traverso)
- incollaggio tra montante e traverso con colle classe minima D3 secondo UNI EN 204, con resistenza a trazione di 7N/mmq alla temperatura di 70°C (UNI EN 14257) e assenza di cedimenti a carico costante per un periodo superiore a 14 d (UNI EN 14256)
- superficie levigata mediante abrasivo con grana non più sottile di P180, non impastata da polveri o da estrattivi di legno; trattamenti particolari quali rusticatura e spazzolatura sono da considerare non idonei
Porte esterne pedonali e oscuranti costruiti in legno massiccio dovrebbero presentare le stesse caratteristiche già esplicate per le finestre e porte finestre sia per quanto riguarda la qualità del materiale sia per le caratteristiche costruttive, con le seguenti variazioni ed aggiunte specifiche legate alla particolare natura dei prodotti:
- non è considerato idoneo legno di classe superiore a J20, nemmeno per la produzione di telai fissi (resta però valida la deroga per quanto riguarda nodi nel Pino massiccio, che vengono ammessi fino ad un diametro di 30mm purché sani ed aderenti)
- gli adesivi utilizzati sia per l’incollaggio tra di loro di montanti e traversi sia per quello di rappezzi e tasselli devono essere di classe D4 secondo UNI EN 204
- non sono ammesse viti, sedi per viti o chiudi sulla faccia esposta; in deroga, se per la natura del prodotto sono richieste viti sulla faccia esposta, esse dovranno essere in acciaio Inox e le loro sedi essere preventivamente svasate mediante svasatore
La norma poi prosegue segnalando alcune criticità proprie dei tipi di oscurante più abitualmente presenti sul mercato nazionale, ossia:
- antoni a doghe assemblati mediante tubolare interno → pur risolvendo il problema delle viti di fissaggio, data l’assenza di tali elementi su questo tipo di antone, si riscontra una certa qual instabilità dimensionale legata ad assorbimenti o desorbimenti di umidità, nonché l’impossibilità di verniciare le parti delle doghe a contatto tra loro con relativo rischio di percolamenti di estrattivi, specialmente il tannino in caso di uso di legni di Rovere o di Castagno. La norma definisce questo oscurante come poco adatto all’uso in zone molto umide
- antoni a doghe fissati su telaio a vista → le criticità sono le stesse della versione precedente
- persiane a stecca aperta → la criticità maggiore sta sia nella difficoltà di verniciare uniformemente tutte le superfici data la complessità geometrica del manufatto, sia nell’importanza dell’incollaggio tra montanti e traverse che è fondamentale per la durata del prodotto; viene inoltre richiesta una distanza minima di 7mm tra l’ultima stecca inferiore ed il piano di deflusso della traversa inferiore. La norma definisce questo oscurante come poco adatto all’uso in zone molto umide.
- persiana a stecca chiusa → valgono le stesse considerazioni fatte per la persiana a stecca aperta
- antone a scandole (definito in molti modi a seconda delle zone geografiche, non esaustivamente “alla romanina”, “alla veneziana”, “alla mantovana” ecc…..) → composto da due strati incrociati di perline o doghe accoppiati tra di loro, questo antone ha come principale criticità la presenza sulle facce delle viti di accoppiamento con conseguente rischio di minore durata della vernice nonché l’impossibilità di verniciare le facce in appoggio tra di loro con conseguente rischio sia di deformazione delle singole perline o doghe sia di percolamento di estrattivi
La norma prosegue poi trattando le caratteristiche richieste ad oscuranti e a porte pedonali o a rivestimenti di porte pedonali) realizzati tramite l’impiego di pannelli compensati in legno. Mantenendo invariate le prescrizioni fornite per i prodotti trattati precedentemente ove applicabili (durabilità minima della specie legnosa, modalità di finitura e grana dell’abrasivo, stuccature ecc…), vengono aggiunte le seguenti prescrizioni specifiche per i manufatti eseguiti utilizzando pannelli in legno compensato:
- entrambe le facce del pannello devono essere classificate in base ai difetti visibili almeno in Classe II secondo UNI EN 635-2
- l’incollaggio del pannello deve essere unicamente in Classe 3 (per esterni) secondo UNI EN 314-2
- il numero di strati minimo del pannello deve essere pari a 7, con spessore massimo del singolo strato pari a 2mm. I compensati a tre strati, comuni in edilizia, non sono da considerare idonei per la produzione di oscuranti data la loro tendenza a sviluppare fessurazioni
- i pannelli devono essere composti solo di strati uniformi, posti in maniera ortogonale su tutto lo spessore; altre tipologie di pannello ( a strati non ortogonali, a strati ortogonali solo sulla parte esterna ma paralleli all’interno, con anima in legno massiccio e strati ortogonali esterni) non sono da considerare idonei alla produzione di oscuranti
- lo spessore minimo del pannello deve essere pari a 25mm
- in caso di fresature realizzate per simulare le doghe tali fresature debbono essere
- non a spigolo vivo, ma con una raggiatura minima di 2mm
- aventi un rapporto larghezza profondità di 2:1 (p.es larghe 4mm e profonde 2mm)
- non più profonde di 3mm
- solo verticali; le fresature orizzontali sono da evitare
Per la verniciatura degli oscuranti realizzati tramite pannello compensato si dovrà prestare particolare attenzione ai bordi data la presenza di legno di testa su tutto il perimetro.
Per quanto riguarda invece l’uso di pannelli in MDF, le prescrizioni particolari sono le seguenti:
- utilizzare unicamente pannelli in MDF-H secondo UNI EN 622-5
- limitare l’uso dei pannelli in MDF per manufatti posti in posizione totalmente protetta dalla bagnatura da acqua piovana.
Per quanto riguarda i prodotti vernicianti la norma stabilisce una serie di parametri minimi da verificare tramite specifiche prove, parametri che però sono più di competenza dei laboratori di prova chiamati a testare un film verniciante che non di interesse per gli utilizzatori dei prodotti.
In ogni caso, all’atto dell’acquisto di uno specifico ciclo di verniciatura, sarà necessario verificare che la scheda tecnica dei prodotti contenga almeno le seguenti informazioni di base:
- residuo secco, densità e viscosità del prodotto. Tali informazioni sono necessarie, oltre che per valutare la vernice acquistata, anche per determinare il rapporto tra spessore umido e spessore secco qualora il secondo dato non sia fornito; tale determinazione può essere eseguita per mezzo della formula contenuta nell’Allegato B (al quale si rimanda)
- vita utile del prodotto (praticamente la scadenza)
- modalità di conservazione (temperatura massima e minima e qualsivoglia altra informazione necessaria)
- temperatura e umidità di applicazione
- modalità (umidità e temperatura dei locali e quant’altro necessario) e tempistiche di essicazione prima di successive lavorazioni o accatastamenti
- modalità di esecuzione delle operazioni intermedie (p.es carteggiatura) e relative tempistiche
- spessore minimo e massimo del film umido (in fase di applicazione)
- spessore minimo e massimo del film secco
Le informazioni fornite dovranno essere seguite con la massima attenzione, tenendo inoltre conto delle seguenti prescrizioni di norma:
- in caso di legni aventi classe di durabilità 3 o 4 (p.es Pino o Abete) è necessaria la presenza nel ciclo di un impregnante preservante dichiarato efficace secondo UNI EN 113 o UNI EN 839; tale presenza non è necessaria in caso di utilizzo di legni in classe di durabilità 1 o 2 (p.es Rovere, Castagno, Iroko)
- lo spessore globale del film secco non dovrà essere più sottile di quanto indicato come minimo dalle informazioni fornite dal fornitore dei prodotti vernicianti, e non dovrà eccedere lo spessore massimo di più del 50% rispetto a quanto dichiarato dal fornitore
- in ogni caso lo spessore minimo complessivo del film verniciante secco, sia per cicli laccati che per cicli trasparenti non dovrà essere inferiore a:
- 100 micron per manufatti parzialmente esposti
- 120 micron per manufatti totalmente esposti
Qui si chiude il ciclo degli articoli dedicati alla durabilità, ai difetti e alle modalità di verniciatura dei serramenti in legno.
Per quanto le norme citate non siano obbligatorie è necessario tenere presente che, in caso di contenzioso legale derivante da difetti del legno, scarsa durabilità dei manufatti causa marcescenze e scarsa durata del film verniciante è prevedibile che tali norme vengano prese come base di valutazione dal CTU nominato dal Giudice; sarà quindi il caso di applicare la meglio il dettato normativo e, qualora per qualsiasi ragione si debba discostarsene, prendere tutte le necessarie precauzioni al fine di evitare vizi e relativi contenziosi.
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