Funzionerà senza ricorrere a energia esterna il progetto di ricerca che per 12 mesi porterà il modulo abitativo itinerante da Courmayeur ad Aosta, Milano, Rimini, Torino e infine a Lugano. Non una casa vacanza ma prototipo subito industrializzabile per fornire alloggi confortevoli. Il ruolo di serramenti, schermature solari e monoblocchi isolanti in un articolo di Ennio Braicovich su Finestra di aprile 423 (in allegato).
Alle pendici del Monte Bianco, a due passi dalla stazione di partenza dell’avveniristica Skyway e poco lontano dall’imbocco del tunnel tra Italia e Francia, il 1° marzo ha preso il via il progetto di ricerca di Biosphera2.0. Una vera e propria abitazione di 25 metri quadrati completa di tutto per una vita confortevole e a energia zero. Infatti funzionerà senza ricorrere a energia esterna salvo quella fotovoltaica prodotta dagli otto moduli sul tetto. Dopo Courmayeur il modulo, che ha taglia a misura del bilico di trasporto, verrà portato a Aosta, Milano, Torino, Rimini e Lugano per completare la campagna di ricerca. Realizzato in un tempo rapidissimo, in soli tre mesi da novembre a febbraio, Biosphera2.0 è il primo modulo al mondo costruito seguendo entrambi i protocolli di certificazione degli standard di edificio passivo più avanzati: Passivhaus e Minergie-P. Il modulo, costituito da una struttura in legno in X-Lam, ampiamente isolata termicamente, è alimentato unicamente da 8 pannelli fotovoltaici che sviluppano una potenza di picco di 2kW.
Se certamente l’anima di Biosphera2.0 è l’infaticabile Mirko Taglietti di Aktivhaus, il progetto di ricerca trova fondamento nell’attività pregressa del WoodLab, gruppo creato all’interno del DAD-Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico torinese, e che ha sviluppato progetti di strutture in legno per Made Expo e FederlegnoArredo. Un’attività di studio e ricerca che è servita da base per Il workshop Thinking Outside The BOX, promosso oltre che dal WoodLab, dalla spin-off be-eco srl, da Valle d’Aoste Structure, e sostenuto dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta, dal Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino e dall’Università della Valle d’Aosta.
A tutti i componenti del modulo abitativo sono state chieste prestazioni elevate se non addirittura estreme. Così è stato per i serramenti esterni. Ma con una particolarità, come spiega Daniele La Sala, amministratore delegato di Internorm Italia che ha fornito cinque infissi, quattro esterni e uno interno per il vano tecnico: “Le prestazioni estreme richieste dai progettisti ai serramenti di Biosphera2.0 sono state ottenute con prodotti disponibili commercialmente. La scelta dei modelli finestra segue infatti la filosofia di questo progetto/test, che punta ad ottenere prestazioni record con prodotti già disponibili ed acquistabili sul mercato.
L’amministratore delegato di Hella Italia che ha fornito schermi esterni e i monoblocchi termoisolati per i serramenti Herbert Kristler rileva che: “Il Laboratorio Hella raccoglie continuamente dati e calcoli di questo genere ed è in contatto con i più importanti certificatori e enti notificati. Ogni rilievo continuo però arricchisce i nostri database per i futuri calcoli che potrebbero dar luce a nuovi prodotti. Quindi, sotto questo aspetto i dati raccolti dagli esperti di Biosphera2.0 saranno utili anche per noi”.
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