Le vetrine del rinnovato Museo Egizio a Torino sono state realizzate con Pilkington OptiView™ Protect OW.
Inaugurato lo scorso 1 aprile il nuovo Museo Egizio di Torino vede spazi totalmente rinnovati trasformando uno dei più antichi e prestigiosi musei italiani in “un museo post moderno di standing internazionale”.
L’imponente opera di ristrutturazione, avviata nel 2011 e costata circa 50 milioni, ha raddoppiato lo spazio espositivo (da 6.500 a 12 mila metri quadri) consentendo di esporre oltre 8000 reperti della seconda collezione al mondo di archeologia egiziana, dopo quella del Cairo.
Il progetto architettonico ha mirato alla valorizzazione dell’esistente. Secondo gli architetti Aimaro Isola e Stefano Peyretti lo stesso palazzo che ospita il museo, che ha un’importante storia da raccontare.
Principio fondante dell’esposizione museale sono le connessioni: tra i reperti, tra i reperti e il museo, tra gli scavi e le sale espositive. Il nuovo percorso non solo ricostruisce nei minimi dettagli i contesti cultuali, abitativi e funerari, ma anche la storia delle missioni archeologiche e la loro organizzazione, oltre naturalmente alla storia del museo e delle sue collezioni.
Vincendo una gara internazionale, la Goppion ha raccolto la sfida di esporre e proteggere, con le più sofisticate tecnologie, i preziosi manufatti – dalla tomba di Kha alle mummie delle “tre sorelle” – ingegnerizzando e realizzando l’intero allestimento del Museo: oltre 150 strutture tra vetrine, supporti e basamenti, costruiti ed installati a tempi record per consentirne l’apertura in anticipo sull’Expo.
Le vetrine, che raggiungono notevoli dimensioni, si caratterizzano per la grande varietà tipologica – ad isola, a parete, addossate – cui corrisponde un’ampia e funzionale gamma di sistemi di apertura, frutto della più recente ed originale ricerca tecnologica portata avanti dal Laboratorio Museotecnico Goppion in collaborazione con istituti di ricerca e musei nazionali ed internazionali. Con le sue numerose sfide – non ultimi i brevissimi tempi di realizzazione e i vincoli posti dall’edificio – il riallestimento del Museo Egizio, ha costituito per la Goppion un’occasione di perfezionare e innovare ulteriormente i risultati delle esperienze maturate nei più importanti musei mondiali.
Grandi campane di vetro, caratterizzate da un design ‘minimalista’ e dalla assoluta purezza delle linee che inquadrano grandi volumi trasparenti, le componenti meccaniche, invisibili dall’esterno, sono confinate ai bordi e nello spessore delle grandi specchiature vetrate, in modo da non sovrapporsi né alle opere né alle architetture e da non distrarre in alcun modo l’attenzione del visitatore.
L’utilizzo di lastre di vetro di dimensioni notevolissime (fino a 4,60 x 4,00 m) evitano giunti verticali tra le lastre che potrebbero interferire con la visione dei reperti esposti.
I cielini di copertura di grandi dimensioni e di spessore limitato (per rimanere entro i limiti di carico dei solai dell’edificio storico), si incastrano sulle pareti verticali, grazie ad un esclusivo processo di lavorazione dei bordi (coperto da brevetto), invisibile all’esterno, che ne impedisce il collassamento anche in caso di cedimento degli adesivi.
In corrispondenza dell’anta di apertura, infine, l’inserimento al bordo della lastra orizzontale di un tensionatore di metallo (anch’esso brevettato) ne impedisce la flessione e ne garantisce l’indeformabilità nel tempo.
La preziosità e la delicatezza del patrimonio esposto richiedevano eccezionali prestazioni di conservazione preventiva, che la Goppion è stata in grado di assicurare grazie all’esperienza maturata al fianco dei principali istituti di conservazione mondiali.
Le modalità costruttive delle vetrine, l’isolamento “stagno” del comparto espositivo rispetto ai vani tecnici, la perfezione delle guarnizioni garantiscono l’eccezionale livello di tenuta delle vetrine, testato dal Politecnico di Torino che, in presenza di manufatti di particolare fragilità può arrivare ad un ricambio d’aria ogni 20 giorni. Il progetto in numeri ha visto la realizzazione di 103 vetrine e 70 armadi visitabili per 150.000 kg di carpenteria e 4000 mq di vetro.
Pilkington OptiView™ Protect OW è il vetro anti-riflesso scelto per salvaguardare gli antichissimi ritrovamenti conservati nel Museo Egizio di Torino. Opere che risalgono anche a 5000 anni fa, devono poter essere godute senza i fastidiosi riflessi tipici del vetro e richiedono due tipi di protezione: devono essere protette da atti vandalici (aggressioni, rotture, furti) e devono essere protette il più possibile dal naturale deperimento dei raggi ultravioletti.
Pilkington OptiView™ Protect OW è un vetro stratificato di sicurezza, composto da due lastre di vetro extrachiaro a basso contenuto di ferro con elevatissima trasmissione luminosa (oltre il 90%), sulle quali è depositato un particolare rivestimento molto resistente capace di ridurre i riflessi di luce soltanto al 2%. Lo stesso prodotto, è in grado di proteggere oltre il 99% dalla ricezione dei raggi UVA e UVB (2 dei raggi ultravioletti che causano a lungo andare il deperimento delle opere, dei materiali e dei colori).
Oltre ai notevoli vantaggi di fedele resa cromatica, di bassissima riflessione della luce e di blocco dei raggi UV di cui abbiamo parlato, lo spessore del vetro utilizzato nel Museo Egizio (12,8 mm), aggiunge un ulteriore importante beneficio: la protezione alle persone e ai beni da atti di vandalismo, secondo le normative UNI EN 12600 – 1(B)1 – e UNI EN 356 – P2A. Pertanto è in grado di resistere anche ad aggressioni volontarie particolarmente pesanti, contribuendo sostanzialmente alla sicurezza delle opere esposte.
Altre vetrerie che hanno collaborato al progetto sono Camaeti Arte SpA e Industrie Grazi Cristalli Srl.
Le immagini sono di Pino & Nicola Dell’Aquila.
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