Novecento preservato fra restauro e retrofit: in questo articolo analizziamo il caso di Villa Rossi a Ivrea, patrimonio dell'umanità Unesco "Ivrea Città industriale del XX Secolo", che è stata riportata all’aspetto originario preservandone l’autenticità dopo uno scrupoloso intervento di rinnovo.
Anche un piccolo edificio come Villa Rossi a Ivrea può rappresentare un riuscito esempio di recupero del moderno nel segno della conservazione e rinnovo. La villa che è collocata sulle colline di Banchette, di fronte al parco progettato da Pietro Porcinai per il Palazzo Uffici Olivetti, rientra nel contesto di Ivrea città patrimonio dell’umanità Unesco per i molti edifici emblematici della storia architettonica del Novecento italiano. La villa, infatti, fa parte di un gruppo di quattro abitazioni che sono state commissionate nel 1959 da alti dirigenti dell’Olivetti all’Ufficio Consulenza Case Dipendenti (Uccd), che in quegli anni perseguiva un nuovo linguaggio architettonico con tetti piani, logge, frangisole e rivestimenti in grès di varie dimensioni e tonalità. Il progetto di restauro è a opera dell’architetto Enrico Giacopelli di G Studio che ha adottato soluzioni per migliorarne l’efficienza energetica senza compromettere l’estetica originale
Lo stato di fatto
L’edificio che sfrutta l’orografia complessa del terreno per determinare la disposizione dei volumi si sviluppa su due livelli: il piano superiore per gli spazi abitativi e quello piano inferiore riservato ai servizi, tra cui una sala giochi e un garage. La struttura portante è costituita da pilastri centrali e muri perimetrali in cemento armato, che sembrano disposti in modo irregolare ma seguono uno scopo funzionale. I prospetti del primo piano e del piano terreno della testata ovest sono rivestiti con tozzetti in grès di diverse dimensioni e tonalità. Le facciate sud e ovest presentano quattro frangisole in terracotta smaltata in bianco madreperla lungo la loggia del soggiorno. Un muro di cinta, con bassorilievo ispirato al celebre marchio Olivetti disegnato da Marcello Nizzoli nel 1954, perimetra il lotto. Gli infissi sono dotati del “sistema Wagner” tecnologia d’avanguardia degli inizi del Novecento.
La fase di restauro di Villa Rossi
Il progetto ha riguardato principalmente il restauro conservativo delle facciate, dei frangisole, delle parti metalliche e del muro di cinta. Le facciate in grès sono state restaurate e i componenti in terracotta smaltata danneggiati sono stati ripristinati con elementi di scorta. L’interno della villa è stato oggetto di lievi modifiche di razionalizzazione degli spazi per soddisfare le esigenze contemporanee. I cambiamenti più significativi hanno interessato i pavimenti, con la sostituzione di rivestimenti in ceramica e linoleum contenente amianto con pavimenti in parquet di acacia. Gli arredi su misura originali sono stati conservati e restaurati, contribuendo al mantenimento delle caratteristiche originali dell’edificio. L’obiettivo principale era il miglioramento energetico dell’edificio con raggiungimento della classe B nel rispetto delle caratteristiche architettoniche e minimizzando l’impatto visivo degli interventi. L’isolamento è stato potenziato con l’uso di sughero nelle pareti esterne per eliminare i ponti termici. Gli infissi originali sono stati restaurati e dotati di nuovi vetri basso-emissivi. La nuova configurazione della copertura ha migliorato la circolazione dell’aria attraverso l’aumento del tiraggio dei camini che, oltre a essere ridisegnati per garantire una maggiore efficienza, sono stati collegati fino alle cantine grazie all’installazione di canalizzazioni di adeguato diametro. Inoltre, la copertura è stata completamente rivestita con una guaina bituminosa verniciata “cool roof” di colore bianco-argento, mentre all’interno è stato aggiunto un materassino isolante a cambiamento di fase in Pcm per aumentare la massa del solaio e la relativa inerzia termica virtuale.
Focus su infissi e porte
Per preservare il sistema originale “Wagner” degli infissi, caratterizzato da due telai incernierati e vetro semplice da 3 mm per creare un’intercapedine che migliora l’isolamento termico e acustico in modo completamente reversibile, si è optato per restauro e smontaggio tali da consentire l’installazione di nuovi vetri basso-emissivi. I semi telai non sono stati incollati insieme ma fissati con viti inserite dalla parte interna del telaio verniciato. In questo modo, il sistema a doppio telaio originale è stato mantenuto e la presenza di silice gel nell’intercapedine tra le due lastre ha notevolmente ridotto il rischio di condensa e polvere sui vetri interni. Lo stesso principio è stato adottato per quanto riguarda la maggior parte delle porte interne, caratterizzate da pannelli in legno tamburato e la porta scorrevole in legno e pannelli di tessuto del soggiorno. In altri casi, invece, sono state integrate da nuove porte scorrevoli ispirate al design della porta scorrevole del soggiorno.
Identikit del restauro di Villa Rossi
Progetto e DL: G Studio – Enrico Giacopelli con Cristina De Paoli
Analisi energetiche: Stefano Fantucci – Politecnico di Torino
Progetto impianti: FAPA Engineering
Calcoli strutturali e sicurezza: ing. Gianfranco Angera
Opere edili e strutturali e di restauro: Impresa F.lli Perino
Opere di carpenteria leggera: Ditta Rolla
Restauro serramenti e opere di falegnameria: Falegnameria Bertoldo
Vetri pirolitici: AGC Flat Glass Italia
Frangisole in grés: Ceipo
Superficie lotto: 2065,5 m2
Superficie coperta: 283 m2
Sup. utile lorda pt: 194 m2
Sup. utile lorda piano int.: 113 m2
a cura di Margherita Toffolon
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